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La lettera di Sabina Rossa in occasione dell’iniziativa “Parole contro la violenza in ricordo di Guido Rossa 1979-2008”

LA LETTERA DI SABINA ROSSA IN OCCASIONE DELL’INIZIATIVA “PAROLE CONTRO LA VIOLENZA IN RICORDO DI GUIDO ROSSA 1979-2008”

Voglio ringraziare la Camera del lavoro e le Organizzazioni Sindacali per aver promosso l’iniziativa, il Sindaco, il Presidente della Provincia e le tutte le personalità presenti.

Un mio particolare saluto e ringraziamento va alle scuole che hanno aderito, agli insegnanti e agli studenti che con il loro contributo rendono questa commemorazione quanto mai significativa.

Sono passati quasi trent’anni dalla morte di mio padre, ma, e oggi voi ne date conferma, rimane ben vivo ciò che ha rappresentato, lui come i tanti morti, vittime della barbarie del terrorismo e delle bombe.
Una follia omicida che caratterizzò quelli che sono ricordati come gli anni bui della nostra Repubblica.

Il dato inequivocabile è che il terrorismo è stato un fenomeno drammaticamente grave, non solo perché si è lasciato dietro una scia interminabile di sangue, ma anche perché è stato un fattore, o forse meglio uno strumento di forte contrasto al processo di sviluppo democratico e sociale del nostro Paese, e di questo, forse, ancora oggi, ne soffriamo le conseguenze.

Credo che per poter seriamente discutere di quegli anni, non si possano avere atteggiamenti indulgenti.

Non si può essere indulgenti con quella parte della sinistra istituzionale che, allora, sottovalutò inizialmente gli esordi di una propria componente attraversata da spinte insurrezionali.

E tanto meno far sconti a quelle tendenze troppe volte percepite in Italia, di strumentalizzazione e uso dei terrorismi da parte di interessi e forze oscure legate a componenti deviate dello Stato.

Tutto questo va ben oltre la l’opportunismo storico e politico di chi vorrebbe liquidare la vicenda terroristica con la semplice vocazione criminale di alcune decine di schegge impazzite, o di chi descrive L’Italia di quegli anni come un Paese sull’orlo di una guerra civile, un paese privo di certezze democratiche, dimenticando, milioni di persone che proprio in quegli anni difficili, seppero rendersi protagonisti di grandi pagine di lotta e partecipazione ideale.

Operai, studenti, uomini e donne, semplici cittadini interpreti di quell’Italia democratica che seppe sconfiggere il pericolo golpista, lo stragismo e il terrorismo.

Quell’Italia non rispose con la violenza ma vinse con la forza della democrazia.
E questo è un dato essenziale, che troppe volte si vuoi far dimenticare, ma che rappresenta un patrimonio di valori da consegnare alla memoria delle nuove generazioni.

Sabina Rossa