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I fatti di questi giorni confermano le preoccupazioni che Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno espresso nel documento unitario del 26 giugno, dove hanno lanciato un grido di allarme per la situazione dei trasporti e delle infrastrutture della Liguria, e in particolare del nodo di Genova.

Oggi Genova si è bloccata per l’ennesima volta: i cittadini e i lavoratori dei trasporti, merci e persone, sono rimasti ostaggio del traffico. Il porto si è praticamente fermato, con le sue merci e i suoi traghetti, proprio nel momento in cui invece sarebbe necessario l’impegno di tutti per la ripresa, a vantaggio dell’intero Paese. Senza dimenticare la necessità di prepararsi adeguatamente alla ripartenza delle crociere che trascinano con sè l’intero indotto del settore.

La responsabilità è davvero solo da ricercarsi nelle verifiche di Aspi e Mit lungo la rete autostradale, come vogliono farci credere, oppure qualcuno sceglie deliberatamente di non intervenire, non cercare soluzioni, lasciare i cittadini nel caos, creare esasperazione?

È vero che lungo tutta la rete autostradale ligure, gestita da tre concessionarie diverse, sono disseminati cantieri e continui cambi di carreggiata. Ma è altrettanto vero che il programma delle verifiche di gallerie, ponti e viadotti – che dovrà necessariamente essere seguito dalle relative gare per l’affidamento delle opere di manutenzione – non prevede l’opzione del “non fare gli interventi”. Servono soluzioni accettabili per una regione che vive della logistica connessa ai suoi tre porti, e del turismo che si muove lungo le infrastrutture viarie e ferroviarie.

Oggi, purtroppo, la gestione delle infrastrutture trasportistiche liguri non garantisce alcun futuro.

Per questi motivi, a distanza di un anno dallo sciopero nazionale dei trasporti del 24 luglio 2019, saremo costretti a proclamare una nuova mobilitazione regionale della categoria.