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Il Secolo XIX ha pubblicato una lettera del Segretario generale della FIOM Bruno Manganaro in merito ai problemi che i lavoratori, non solo metalmeccanici, devono affrontare in tempi di pandemia.

 

Di seguito il testo completo della lettera:

In Italia, come anche in tutta Europa, la maggioranza dei salariati e’ al lavoro.

Non soltanto i metalmeccanici, ma naturalmente gli infermieri e tutti gli addetti della sanità, le cassiere dei supermercati, gli addetti alle pulizie, i lavoratori del comparto agroalimentare, dei trasporti, delle utilities e delle telecomunicazioni e tutti quegli operai, impiegati e tecnici che mandano avanti quotidianamente la società, anche nel corso della pandemia, vendendo la propria forza lavoro in cambio di un salario.

In numerosi casi si tratta di lavoratori precari e con salari insufficienti, come oggi salta all’ attenzione del grande pubblico. Questi lavoratori, dai rider alle pulizie, che fino a ieri erano bistrattati, oggi vengono riscoperti come “essenziali”. Se ne e’ accorto persino il quotidiano piu’  “confindustriale” del mondo, il Financial Time, che tardivamente se ne scusa.

E’ anche davanti agli occhi di tutti, e non solo in Italia, a quale tragiche conseguenze abbiano portato i reiterati e indiscriminati tagli alla sanita’.

 A Genova abbiamo dovuto scioperare per poter lavorare in sicurezza. Le vergognose rimostranze del padronato italiano – ma, si potrebbe dire lo stesso per quello che accade in Francia e in altri paesi – erano motivate dal calcolo economico del profitto e della concorrenza.

L’accordo per la ripresa della produzione della latta all’ex Ilva di Genova, da questo punto di vista, è estremamente rilevante: si lavora solo se ci sono le più strette condizioni di sicurezza possibili e, se queste non sussistono, si sciopera.

Ancora una volta, i lavoratori devono difendersi da soli, con il sindacato dove questo è presente.

 La strada è ancora lunga, se si pensa a quei settori meno sindacalizzati dove le pressioni padronali costringono milioni di lavoratori, in Italia e in Europa, a rischiare la propria vita per portare a casa il salario.

Sappiamo benissimo che oggi ci definiranno “essenziali” per il Paese, ma domani non esiteranno a cercare di scaricarci addosso i costi della recessione.

Il sindacato è nato dalle lotte per il salario e per il miglioramento delle condizioni di lavoro degli operai. La rivendicazione delle condizioni di vita dei lavoratori è nelle pagine migliori della nostra storia. Oggi la pandemia aggiunge un nuovo capitolo di quella storia. Nelle grandi fabbriche, da settimane, misuriamo le distanze tra gli stipetti degli spogliatoi, ci assicuriamo della sanificazione delle mense, controlliamo le disponibilità di mascherine, trattiamo con la controparte la riorganizzazione dei turni. Quando non ci sono le condizioni sanitarie di sicurezza, accettiamo la cassa integrazione “covid” che decurta il nostro salario. Ma non dimentichiamo chi, fuori dalla fabbrica, non può accettare la “cassa” e deve lavorare. Come metalmeccanici, ci battiamo anche per loro, contro chi pensa che la salute e la sicurezza siano danni collaterali al loro profitto. Noi non rimarremo in silenzio

 

Bruno Manganaro 

Segretario Generale della FIOM Genova