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Aunentano i decessi per infortunio sul lavoro: pochi controlli e poca formazione, ma c’è anche il Covid

AUMENTANO I DECESSI PER INFORTUNIO SUL LAVORO: POCHI CONTROLLI E POCA FORMAZIONE, MA C’E’ ANCHE IL COVID

In questi giorni l’INAIL ha pubblicato i dati aggiornati al 31 luglio 2020 sulle denunce di infortunio a causa di lavoro nella nostra regione. Dalle elaborazioni di Marco De Silva, Responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Liguria emerge come nei primi sette mesi del 2020 le denunce di infortunio in Liguria siano complessivamente in calo (-2.256 pari al -18,1%) risentendo del rallentamento delle attività produttive durante il recente lockdown; i decessi però sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e sono ben 22. Ma la novità  sta nei 5 deceduti registrati nel settore Ateco Q (Sanità e Assistenza Sociale), il primo segno concreto dell’ondata pandemica tutt’ora in atto. 13 sono i deceduti registrati a Genova,  4 a Savona, 3 a La Spezia e 2 a Imperia. Dei 22 deceduti 17 sono italiani, 20 maschi e 2 femmine. Infine 14 morti su 22 sono compresi tra i 45 ed i 64 anni di età, mentre 3 morti avevano meno di 30 anni.

Per Federico Vesigna Segretario Generale Cgil Liguria il calo delle denunce di infortunio deriva in parte dalla fase emergenziale dovuta alla pandemia “Il calo degli infortuni può essere giustificato dal fatto che nel lockdown le persone hanno lavorato meno. Settori vitali a parte, molte attività produttive erano completamente ferme, altre sono proseguite tramite smartworking, in ogni caso con meno persone sui luoghi di lavoro – e continua – almeno due questioni vanno sottolineate: da un lato quasi 10 mila denunce di infortunio in soli 7 mesi sono un numero enorme ed è una tendenza che si può invertire solo investendo in formazione e assumendo nuovi ispettori ad oggi in numero assolutamente insufficiente; l’altro aspetto è il raddoppio degli infortuni mortali: per la prima volta ben 5 decessi, certamente riconducibili al Covid, sono avvenuti in ambito socio sanitario”