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Salute e sicurezza, Cgil e Uil in piazza il 20 aprile

“Venerdì 22 marzo a Firenze, alla Leopolda, abbiamo convocato l’assemblea di 1.500 delegati e rappresentanti per la sicurezza di Cgil e Uil. Diremo basta alle morti sul lavoro, tema sul quale verrà proclamato uno sciopero nazionale con manifestazioni territoriali che si terrà nel mese di aprile. L’appuntamento del 22 sarà anche l’occasione per discutere del tema della rappresentanza sindacale”. Ad affermarlo, in una nota, i segretari generali di Cgil e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.

Continua così un percorso di iniziative che segue gli scioperi proclamati all’indomani del drammatico incidente di Firenze, in assenza di un vero confronto sul tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. E “in considerazione di una tragica sequela di infortuni mortali, gli ultimi quattro accaduti nelle trascorse 24 ore”, ricordano i due segretari generali.

“Occorre ridare valore al mondo del lavoro contro provvedimenti, come il collegato al lavoro e il decreto Pnrr, che attaccano lavoratrici e lavoratori, nonché il principio di rappresentanza, e che puntano all’indebolimento dello stato sociale”.

“Cgil e Uil – annunciano infine Landini e Bombardieri – torneranno di nuovo in piazza a Roma sabato 20 aprile per una grande manifestazione nazionale per il diritto alla salute, a partire dalla difesa e dal rilancio del servizio sanitario nazionale pubblico, dal finanziamento delle leggi sulla non autosufficienza, e dalla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Infine, per una vera riforma fiscale e un aumento reale dei salari”.

 

da collettiva.it

Manifestazione ‘Roma città libera’ in occasione della XXIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Giovedì prossimo, 21 marzo, in occasione della XXIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini parteciperà alla marcia promossa da Libera e Avviso Pubblico che quest’anno si terrà nella Capitale.

“Roma città libera” è lo slogan scelto dalle associazioni per l’iniziativa, che prevede il concentramento alle ore 8.30 presso Piazza Esquilino e che vedrà il corteo arrivare intorno alle 10.30 al Circo Massimo, dal cui palco si terrà la consueta lettura degli oltre mille nomi delle vittime innocenti delle mafie.

La Cgil, come ogni anno, parteciperà con un’ampia delegazione, guidata dal segretario generale Maurizio Landini. Per informazioni clicca qui

Salute e sicurezza, Cgil e Uil in piazza il 20 aprile

“Venerdì 22 marzo a Firenze, alla Leopolda, abbiamo convocato l’assemblea di 1.500 delegati e rappresentanti per la sicurezza di Cgil e Uil. Diremo basta alle morti sul lavoro, tema sul quale verrà proclamato uno sciopero nazionale con manifestazioni territoriali che si terrà nel mese di aprile. L’appuntamento del 22 sarà anche l’occasione per discutere del tema della rappresentanza sindacale”. Ad affermarlo, in una nota, i segretari generali di Cgil e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.

Continua così un percorso di iniziative che segue gli scioperi proclamati all’indomani del drammatico incidente di Firenze, in assenza di un vero confronto sul tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. E “in considerazione di una tragica sequela di infortuni mortali, gli ultimi quattro accaduti nelle trascorse 24 ore”, ricordano i due segretari generali.

“Occorre ridare valore al mondo del lavoro contro provvedimenti, come il collegato al lavoro e il decreto Pnrr, che attaccano lavoratrici e lavoratori, nonché il principio di rappresentanza, e che puntano all’indebolimento dello stato sociale”.

“Cgil e Uil – annunciano infine Landini e Bombardieri – torneranno di nuovo in piazza a Roma sabato 20 aprile per una grande manifestazione nazionale per il diritto alla salute, a partire dalla difesa e dal rilancio del servizio sanitario nazionale pubblico, dal finanziamento delle leggi sulla non autosufficienza, e dalla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Infine, per una vera riforma fiscale e un aumento reale dei salari”.

Il Secolo XIX: CGIL Genova e Liguria CISL e UIL Liguria a difesa del lavoro e dell’informazione.

“Chiarezza sul futuro del Secolo XIX”. CGIL Genova e Liguria CISL e UIL Liguria a difesa del lavoro e dell’informazione.

Genova, 15 marzo 2024 – Le voci che giungono sul futuro del Secolo XIX, lo storico quotidiano della Liguria, sono estremamente preoccupanti le professionalità che esprime a tutti i livelli e per la qualità dell’informazione. “Spesso il Secolo ci ha aiutato nel rendere la cittadinanza informata sulle nostre battaglie per il lavoro – ricordano Igor Magni e Maurizio Calà, segretari generali CGIL Genova e Liguria, Luca Maestripieri, segretario generale CISL Liguria e Emanuele Ronzoni, commissario straordinario UIL Liguria – oggi siamo dunque a chiedere chiarezza all’editore sul futuro di questo giornale, di chi ci lavora con grande dedizione e professionalità e delle migliaia di liguri che non possono trovarsi privati di un punto di riferimento della storia e del presente dell’informazione territoriale” concludono

Dirigenti scolastici Flc Cgil Genova e Liguria in Prefettura Genova per protestare sui fatti di Pisa

Ieri una rappresentanza dei dirigenti scolastici aderenti alla Flc Cgil ha incontrato i vertici della Prefettura di Genova in merito ai fatti avvenuti a Pisa il 23 febbraio u.s. Dopo quanto accaduto a Pisa, i dirigenti Flc avevano chiesto la riunione alla Prefettura per evidenziare la gravità su quanto avvenuto. Per i dirigenti Flc Cgil i fatti di Pisa impongono la netta posizione di condanna verso una così chiara e tangibile azione di violenza e repressione della libera manifestazione di pensiero. A scuola, ogni giorno, ragazze e ragazzi apprendono l’importanza del dialogo, della non violenza, della risoluzione di conflitti di ogni tipo, nel solco della Costituzione. Quanto avvenuto a Pisa è quanto di più lontano da qualsiasi idea di Stato, di sicurezza, di sano rapporto con le Istituzioni.
I Dirigenti Flc hanno chiesto alla Prefettura di farsi portavoce nei confronti del Governo affinchè queste istanze arrivino alle Istituzioni per ristabilire la certezza di poter liberamente e in sicurezza esprimere il proprio pensiero anche nella forma coraggiosa del dissenso, facendo proprie le parole del Presidente Mattarella il quale ha ricordato che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni e che, con i ragazzi, i manganelli hanno rappresentato un fallimento.

Flc Cgil Genova e Liguria

Servizio di ausiliariato in Asl4, riduzione del monte orario. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti: “Danno inaccettabile agli operatori e all’utenza”

Dal 01 aprile 2024 ASL 4 applicherà quanto già aveva pianificato con la stesura della gara di appalto per il servizio di ausiliariato pubblicata lo scorso agosto 2023: l’ennesimo taglio di ore che ammontano in questa occasione a 157 ore a settimana negli ospedali di Rapallo, Lavagna e Sestri Levante.
Le segreterie di Filcams Cgil Liguria, Fisascat Cisl Genova e Uiltrasporti Liguria denunciano un grave impatto sull’utenza ed evidenziano le gravi ripercussioni che tale riduzione di ore avrà sulle retribuzioni già esigue degli ausiliari operanti in ASL4 .
Di questo passo il rischio è quello di assistere alla soppressione già annunciata di un servizio essenziale, indispensabile e prezioso per l’utenza oltre alla perdita dei livelli occupazionali.
Già in occasione della pubblicazione della gara di appalto da parte di ASL 4, le Segreterie avevano stigmatizzato il significativo taglio di ore, riduzione che oggi si sta concretizzando e che ricadrà sulla parte più fragile ovvero utenza e lavoratori.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti stanno valutando le azioni da mettere in campo al fine di tutelare il servizio per l’utenza ed il salario dei lavoratori, e chiedono alle Istituzioni, in primis Regione Liguria di convocare un urgente tavolo di confronto.

La precarietà ha troppe facce: combattiamola insieme. Al via la campagna della Cgil

Una campagna di sensibilizzazione e informazione sulla precarietà, ma anche di lotta contro la precarietà. La promuove la Cgil insieme alle sue categorie per alzare l’attenzione sulla questione della qualità e della dignità del lavoro e della condizione dei redditi, tutti temi che non sono al centro dell’agenda politica del nostro Paese. “La precarietà ha troppe facce. Combattiamola insieme” è lo slogan dell’iniziativa, animata sui canali social dai lavoratori che rappresentano e incarnano la precarietà.

Per nove settimane saranno protagonisti i volti e le storie di chi fa i conti con ogni tipo di flessibilità e di incertezza: a termine, part time (in larga misura involontario), in appalto, in somministrazione, con voucher e contratti intermittenti, a collaborazione e a partita Iva, con orari miseri, irregolari, stagionali. Tante facce per altrettante condizioni occupazionali, che si traducono in situazioni di vita difficili, maggiore esposizione ai rischi relativi anche alla salute e sicurezza nel lavoro, e complicate prospettive per il futuro. Si parte con i lavoratori a termine, che in Italia sono circa 3 milioni.

“Abbiamo scelto i volti perché dietro ai numeri dei milioni di somministrati, intermittenti o lavoratori a termine ci sono persone – spiega la segretaria confederale della Cgil Maria Grazia Gabrielli -. Persone con le loro storie, le loro ansie, i problemi quotidiani, i sogni, le aspettative. Raccontarli in maniera diretta, così chiara e nitida, li rende concreti. Dietro ai dati sui quali si baserà la campagna e di cui di solito non si parla, ci sono giovani e meno giovani, migranti, uomini e donne impiegati nei settori pubblici e privati, che sono la rappresentazione della realtà”.

Perché la Cgil ha deciso di fare una campagna sulla e contro la precarietà?
Perché si continua a guardare la crescita dell’occupazione, un aspetto importante che va certamente osservato ma che non è sufficiente per misurare lo stato di salute di milioni di precari e non precari del nostro Paese. Sono persone che restano ai margini. Le politiche che vengono fatte e, ancor peggio, le scelte che non vengono compiute lasciano questi lavoratori in una condizione di mancanza di libertà, poiché non possono vivere dignitosamente e non possono decidere della propria vita. Questa non è una questione contingente, non riguarda solo l’oggi, ma anche il futuro di milioni di persone. Quindi bisogna affrontare e risolvere due emergenze: lavorare sulla precarietà oggi significa costruire in prospettiva migliori condizioni per i pensionati di domani.

Questo perché la precarietà riguarda soprattutto i giovani?
La precarietà condanna in particolar modo le generazioni più giovani, le rende particolarmente fragili e riguarda ancora più le donne degli uomini. È a queste due grandi platee che dovremmo rivolgere specifiche politiche per recuperare il gap esistente, che abbiamo anche nei confronti del resto dell’Europa, oltre alle disparità che ci sono all’interno del nostro Paese, come per esempio tra Nord e Sud. Eppure ancora oggi tutto questo non è al centro delle politiche del governo.

La precarietà è un fenomeno in crescita?
Sì, è in crescita ed è un fenomeno che va guardato con una lente di ingrandimento perché comprende anche una fetta importante di lavoratori irregolari e in nero, circa 3 milioni di persone che pesano in termini economici per oltre 68 miliardi di euro.

È il nero la forma più odiosa di precarietà?
Il lavoro nero e irregolare presenta certamente le condizioni più drammatiche e deleterie ed è spesso collegato al caporalato, un fenomeno ancora presente che anzi si è consolidato ed esteso dal settore agricolo a moltissimi altri ambiti economici e produttivi come la logistica e la distribuzione. È il più odioso perché rende evidente la condizione di schiavitù del lavoratore, che è all’opposto di ciò che il lavoro dovrebbe rappresentare, e cioè la condizione di persone libere di scegliere, di essere autonome e di autodeterminarsi.

La gamma delle tipologie contrattuali che costringono in una condizione di precarietà è molto ampia, e il nostro ordinamento prevede che si possa vivere in una situazione di povertà anche quando si ha un contratto di lavoro stabile. Questo capita a chi ha poche ore lavorate pur avendo un tempo indeterminato, penso al part time e in particolare al part time involontario che è enormemente cresciuto, o a chi è a tempo pieno ma in appalto, quindi con una precarietà data dal sistema degli appalti, subappalti, rinnovi.

Quando si parla di precarietà l’accusa più frequente che viene rivolta al sindacato è che non se ne è mai occupato abbastanza. Che cosa risponde?
Che noi ce ne siamo occupati e continuiamo farlo. Siamo l’organizzazione sindacale che ha proposto e propone iniziative inclusive, di contrasto alle soluzioni che mirano a rendere più precario, debole e frantumato il mercato del lavoro. Lo abbiamo fatto con il jobs act e con la legislazione che ne è seguita, contro la liberalizzazione del contratto a temine e la somministrazione, con il voucher, con il sistema degli appalti. Ci sono altri due provvedimenti che il governo ha messo in campo in questa fase, il decreto Pnrr e il collegato lavoro. La Cgil sta dicendo che entrambi contengono misure in parte deboli e in larghissima parte sbagliate che vanno cambiate e questo si può fare con un vero confronto con le parti sociali. Confronto che il governo continua a negare.

Solo chi ha poca memoria o è in mala fede non ricorda che insieme alle mobilitazioni, all’azione contrattuale delle categorie, alle vertenze individuali e collettive, abbiamo proposto un modello sociale diverso partendo dalla centralità del lavoro attraverso la Carta dei diritti universali del lavoro. E poi, ancora, davanti a un sistema regolatorio che ha precarizzato e reso più deboli e vulnerabili i lavoratori, accentuando una flessibilità che è tutt’altro che positiva, abbiamo continuato a esercitare un ruolo nella contrattazione a partire da quella nazionale, nel promuovere le buone pratiche nelle aziende per attivare percorsi di stabilizzazione.

È questo il significato dello slogan “combattiamola insieme”?
Per cambiare il mercato del lavoro e costruire un modello sociale più giusto, equo e dignitoso da consegnare alle giovani generazioni è necessario che questo sia un obiettivo condiviso, collettivo, partecipato anche da chi non ha mai vissuto la condizione di precarietà. Abbiamo bisogno di trasversalità, di comprendere che se non viene rimossa questa zona d’ombra è difficile immaginare di migliorare le condizioni di tutti.

Noi lo faremo con molti strumenti, la contrattazione, le proposte di legge, i contenziosi. E continueremo a farlo anche con l’iniziativa referendaria. È un’azione completa quella che la Cgil mette in campo per superare gli elementi di difficoltà, precarietà e povertà.

da collettiva.it

Occupazione in Liguria: Calà (Cgil) “Lavoro precario e zone grigie”. Crolla l’occupazione a Savona

L’occupazione in Liguria cresce ma con tre peculiarità particolari negative: la prima è dovuta al fatto che l’incremento occupazionale è dovuto fondamentalmente ai lavoratori autonomi + 10.467 unità pari al +7,3%, mentre i dipendenti crescono solo di 6.434 unità pari al +1,4%. Questa è una anomalia rispetto al nord ovest e alla media italiana dove invece a crescere di più sono i lavoratori dipendenti “Così dovrebbe essere anche in Liguria perché sul totale degli occupati liguri il lavoro dipendente è quasi i tre quarti dell’occupazione (479.579) mentre quello indipendente è molto inferiore (153.438) – commenta Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria – Questa anomalia ligure va indagata perché rischia di esserci una zona grigia dove all’interno del lavoro indipendente si cela invece lavoro dipendente mascherato”.

Un secondo campanello di allarme è rappresentato dal fatto che oltre i due terzi dei nuovi assunti sono precari, condizione alla quale si aggiunge un’altra anomalia ligure che vede la crescita del lavoro part time dal 20 al 21,2%, diminuisce nel nord e nella media italiana, e un livello del lavoro a tempo determinato al 15% (dato più alto di tutto il nord ovest).
“L’unico settore che continua a crescere è quello dei servizi. Il 78 per cento di tutti gli occupati in Liguria sono concentrati nei servizi – aggiunge Calà. Va sottolineato il trend negativo di Savona che nonostante la sua area di crisi industriale complessa perde 2 mila addetti nel solo comparto industriale, con conseguenze dirette sull’intera economia del territorio. I governi sull’emergenza industria a Savona sono latitanti. Si attivano solo per installare un rigassificatore che non produce lavoro significativo”. Le elaborazioni di Marco De Silva responsabile Ufficio economico Cgil Genova e Liguria su dati Istat rivelano il processo in atto riferito alla riconversione dell’economia ligure che vede l’occupazione concentrata per oltre tre quarti nei settori commercio, turismo e servizi. “Stiamo diventando una regione sempre più ripiegata sul terziario – commenta ancora Calà – e che non investe su un proprio apparato produttivo, ma rischia di essere solo a servizio di quelle regioni che, al contrario, trainano l’economia italiana. Le responsabilità non sono solo locali ma per grande parte anche della mancanza di una idea di Paese di promozione dello sviluppo e delle politiche industriali”.

La Spezia: elezioni Rsu Leonardo, vittoria della Fiom Cgil

E’ finito ieri sera lo spoglio delle schede relative alle elezioni Rsu di Leonardo ex Oto Melara. Il risultato ha sancito la netta vittoria della Fiom Cgil che si conferma primo sindacato e cresce in termini di voti e di delegati.

“Un grande risultato, che premia la coerenza della nostra azione sindacale ed il nostro radicamento nell’Azienda – dice Francesco Grilli, Segretario della Fiom Cgil spezzina- ringrazio le lavoratrici ed i lavoratori che ci hanno premiato e i nostri delegati per l’ottimo lavoro svolto. Ai delegati eletti un augurio di buon lavoro, certi che proseguiranno un’azione sindacale tesa a difendere e tutelare i diritti dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro.”

Ecco i risultati:

RSU/RLS
RLS Votanti 948 tot. 1112
FIOM 457 – 3
FIM 316 – 2
UILM 163. – 1

RSU OPERAI VOTANTI 189 tot. 202
FIOM 91 – 1
FIM 74 – 1
UILM 20 – 0

RSU IMPIEGATI VOTANTI 759
FIOM 332- 5
FIM 247- 3
UILM 170 – 2

Risultato complessivo:
FIOM 5 delegati impiegati
1 delegato operaio
FIM 3 delegati impiegati
1 delegato operaio
UILM 2 delegati impiegati

Tasse ai liguri: Cgil Cisl Uil “Bene la no tax area regionale fino a 28 mila euro. Verificheremo se il testo della Regione ha accolto le nostre richieste.”

Da alcuni anni firmiamo accordi con la Regione per la diminuzione dell’addizionale Irpef regionale perché la Liguria è una delle regioni italiane con la tassazione regionale più alte.
Dopo la firma del protocollo d’intesa siglato il 19 dicembre scorso con la Regione, Cgil Cisl Uil Liguria hanno chiesto la prosecuzione della trattativa per intervenire ulteriormente – anche per il 2024 – a favore delle fasce più deboli della popolazione. Nell’incontro che si è svolto la scorsa settimana abbiamo chiesto un passo più deciso in questa direzione in considerazione anche del fatto che, entro il prossimo 15 aprile, le Regioni possono ridurre e rimodulare le aliquote regionali. Cgil Cisl Uil hanno condiviso con il Presidente Toti la necessità e l’utilità di allargare la fascia della no tax area per l’addizionale regionale portandola da zero a 15 mila euro a da zero a 28 mila euro. Cgil Cisl Uil hanno altresì concordato che l’aumento della tassazione delle fasce superiori ai 28 mila – necessario per coprire il minor gettito fiscale derivante da questa operazione – non gravasse in alcun modo, o addirittura determinasse un risparmio, sulla fascia da 28 a 50 mila euro, perimetro nel quale insistono un parte di liguri che vivono di lavoro dipendente o di pensione. Questa operazione può anche essere possibile grazie alla creazione di una unica grande fascia di no tax area fino a 28 mila euro che riguarderà tutti i redditi. Si tratta di un risultato che Cgil Cisl Uil definisco positivo in quanto metterà più risorse nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati liguri rappresentati dal sindacato confederale.
Non appena sarà reso noto, Cgil Cisl Uil si riservano di valutare il disegno di legge elaborato dalla Regione, per verificarne i contenuti ed aggiornare il tavolo di confronto con Regione Liguria.

Cgil Cisl Uil Liguria