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Poligrafici Secolo XIX: aperto lo stato di agitazione del personale

I lavoratori poligrafici de Il Secolo XIX, riuniti oggi in assemblea, hanno dato mandato alla propria rappresentanza sindacale di
proclamare lo stato di agitazione del personale, condividendo la preoccupazione già espressa dai colleghi giornalisti nelle scorse
settimane.
Nonostante le reiterate richieste di chiarimenti sulle voci di una vendita della testata, l’Editore non ha ancora voluto smentire né
fare chiarezza, dimostrando così scarso rispetto nei confronti dei propri dipendenti, già provati da mesi di ammortizzatori sociali e
sempre più oberati da ritmi di lavoro incessanti.
Il carico di lavoro richiederebbe infatti nuove risorse che da tempo si auspicano ma che tardano tuttavia ad arrivare, vista la mancanza
di un piano di investimenti e di una strategia aziendale tale da restituire dignità ai lavoratori e garantire una valorizzazione delle
loro professionalità.
Le RSU e le Segreterie Territoriali Slc Cgil e Fistel Cisl proclamano pertanto lo stato di agitazione del personale poligrafico, unica scelta
possibile visto il perdurare del silenzio aziendale, e avvertono che metteranno in campo fin da subito tutte le iniziative utili alla tutela
dei lavoratori che rappresentano.

Genova, 27 marzo 2024

Le RSU GNN
Le Segreterie Territoriali Slc Cgil e Fistel Cisl

Cgil e Uil, giovedì 11 aprile sciopero generale per tutti i settori privati

CGIL E UIL PROCLAMANO PER TUTTI I SETTORI PRIVATI 4 ORE DI SCIOPERO GENERALE PER GIOVEDÌ 11 APRILE 2024

ed invitano tutte le lavoratrici e i lavoratori a aderire e a partecipare alle iniziative e mobilitazioni che saranno organizzate a livello territoriale.

GLI OBIETTIVI E LE RAGIONI DELLO SCIOPERO SONO:

1 ZERO MORTI SUL LAVORO

• La salute e la sicurezza sul lavoro devono diventare un vincolo per poter esercitare l’attività d’impresa;

• Cancellare le leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato;

• Superare il subappalto a cascata e ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati;

• Rafforzare le attività di vigilanza e prevenzione incrementando le assunzioni nell’Ispettorato del Lavoro e nelle Aziende Sanitarie Locali;

• Mai al lavoro senza un’adeguata formazione e diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori;

• Una vera patente a punti, per tutte le aziende e per tutti i settori, che blocchi le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza;

• Diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di eleggere in tutti i luoghi di lavoro i propri Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza;

• Obbligo delle imprese ad applicare i CCNL firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative ed al rispetto delle norme sulla sicurezza; quali condizioni per poter accedere a finanziamenti/incentivi pubblici.

2 PER UNA GIUSTA RIFORMA FISCALE

Lavoratori dipendenti e Pensionati pagano oltre il 90% del gettito IRPEF, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute. L’evasione complessiva continua ad essere pari a 90 miliardi all’anno.

• La delega che il governo sta applicando invece di combattere l’evasione fiscale e contributiva introduce nuove sanatorie, condoni e concordati.

Non tassa gli extraprofitti, favorisce le rendite finanziare e immobiliari, il lavoro autonomo benestante e le grandi ricchezze;

Questa impostazione del governo va contrastata ed invertita:

• È necessario ridurre la tassazione sul lavoro dipendente ed i pensionati, tassare le rendite e contrastare l’evasione;

• Promuovere così un fisco progressivo abolendo la flat tax, estendendo la base imponibile dell’IRPEF a tutti i redditi;

• Indicizzare all’inflazione reale le detrazioni da lavoro e da pensione e detassare gli aumenti contrattuali;

• Occorre andare a prendere le risorse dove sono per finanziare sanità istruzionenon autosufficienzadiritti sociali e investimenti pubblici.

3 PER UN NUOVO MODELLO SOCIALE E DI FARE IMPRESA

Vogliamo rimettere al centro delle politiche economiche e sociali del governo e delle Imprese il valore del lavoro a partire dal rinnovo dei CONTRATTI NAZIONALI e da una legge sulla rappresentanza, la centralità della salute e della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno.

 

 

da cgil.it

Lavoro: Cgil, Assemblea generale vara strategia complessiva di mobilitazione

La mobilitazione della Cgil non si ferma e prosegue con tutti gli strumenti a disposizione, dalle iniziative alle assemblee, dagli scioperi alle manifestazioni nazionali, dal sostegno alle vertenze per i rinnovi dei contratti alla raccolta delle firme per i referendum e le proposte di legge di iniziativa popolare. Per il lavoro stabile e di qualità, per aumentare salari e pensioni, per una vera riforma fiscale, per difendere e rilanciare il servizio sanitario nazionale, per la salute e la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, per un nuovo modello sociale che rimetta al centro il lavoro e la persona.

L’assemblea generale della Confederazione, riunitasi oggi a Roma, ha infatti deciso di impegnare ogni livello e struttura dell’organizzazione per la realizzazione della strategia complessiva di mobilitazione. Sono state stabilite le date e le modalità dei vari appuntamenti ed è stato dato il via libera anche alla campagna referendaria in materia di tutela contro i licenziamenti illegittimi, di superamento della precarietà e di sicurezza nel lavoro in appalto.

Quattro i quesiti referendari: i primi due sui licenziamenti, uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese, il terzo sulla reintroduzione della presenza delle causali per i contratti a termine; e il quarto, relativo agli appalti, sulla responsabilità del committente sugli infortuni sul lavoro.

Per quanto riguarda i referendum, dopo la deposizione dei quesiti in Cassazione, i controlli previsti dalle procedure vigenti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, partirà la raccolta delle firme. Tale iniziativa sarà sostenuta da assemblee in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori, costruendo un vasto arco di alleanze sociali, e sarà completata da proposte di legge d’iniziativa popolare su lavoro, rappresentanza, povertà e salute.

Il primo appuntamento sarà giovedì 11 aprile, data scelta da Cgil e Uil per uno sciopero generale di quattro ore in tutti i settori privati, otto in quello dell’edilizia, con manifestazioni ed iniziative territoriali a sostegno delle comuni rivendicazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, giusta riforma fiscale, nuovo modello di fare impresa, contrasto alla precarietà e rinnovo dei contratti nazionali.

Si proseguirà sabato 20 aprile con una manifestazione nazionale a Roma, indetta da Cgil e Uil. Al centro i temi della salute e sicurezza, il diritto alla cura e alla sanità pubblica, la riforma fiscale e la tutela dei salari.

Sabato 25 maggio, invece, si svolgerà una grande manifestazione nazionale a Napoli de ‘la Via Maestra’ contro il premierato e l’autonomia differenziata, per la realizzazione dei diritti al lavoro, alla salute, alla conoscenza, ad una previdenza universale sanciti dalla nostra Costituzione, per la pace e per fermare ogni guerra.

Come ogni anno la Cgil garantirà il proprio impegno alla presenza e alla partecipazione a tutte le iniziative che si svolgeranno il 25 aprile, a partire da quella nazionale di Milano, sostenendo i valori e i contenuti della nostra democrazia repubblicana e antifascista fondata sul ripudio della guerra, sul diritto al lavoro e sui diritti sociali e civili.

da cgil.it  

Guarda le nostre richieste su salute e sicurezza: QUI

Hi Lex: prosegue il confronto tra sindacati e azienda

In relazione agli articoli riportati da alcuni organi di stampa nella giornata di venerdi 22 marzo che fanno riferimento all’apertura di un confronto tra azienda e sindacati in merito al calo dei carichi di lavoro in Hi-Lex, la Fiom CGIL di Genova e Tigullio precisa quanto segue:

L’incontro previsto per martedì 26 marzo e richiesto unitariamente da Fim, Fiom e Uilm ha all’ordine del giorno la prosecuzione del confronto sul contratto integrativo aziendale. L’azienda non ha manifestato, quantomeno alla Fiom CGIL, nessuna intenzione di modificare l’impostazione del suddetto incontro.

La trattativa, iniziata nell’ottobre dello scorso anno, aveva prodotto un primo risultato positivo con l’accoglimento di una delle richieste incluse nella piattaforma presentata all’azienda: un premio una tantum per tutti i dipendenti da elargire entro fine 2023.

Nella prosecuzione dell’incontro restano aperti altri nodi da sciogliere: l’istituzione di un premio risultato da elargire nel caso del raggiungimento di obiettivi concordati tra le parti, la sistemazione dell’inquadramento professionale e anche la richiesta di una riduzione d’orario a parità di salario formulata proprio per far fronte agli inevitabili contraccolpi che deriveranno dalla difficile transizione “green” che comincia a farsi sentire in tutto il settore automotive.

La Fiom è pienamente consapevole delle difficoltà che caratterizzano questa fase, ma non è disposta ad avvallare forzature da parte dell’azienda come il cambio in corsa dell’agenda precedentemente concordata o il reiterarsi di decisioni unilaterali come quella che vede collocare in ferie forzatamente i lavoratori in produzione senza ricercare preventivamente un accordo con i delegati sindacali che li rappresentano.

Un atteggiamento che peraltro stride pesantemente con le dichiarazioni trionfalistiche sull’andamento dell’azienda, profuse in abbondanza attraverso la stampa nei mesi scorsi.

La prosecuzione della discussione sul contratto aziendale può invece rappresentare un’occasione per concordare le modalità di confronto sul tema delle oscillazioni dei carichi di lavoro che caratterizzano il settore dell’automotive.

Hi-Lex se ne faccia una ragione: altre forzature e illusorie scorciatoie non produrranno alcun risultato se non quello di inasprire i rapporti tra organizzazioni sindacali e azienda.

 

FIOM Genova e Tigullio

Il futuro di Tim, anche la Liguria in ansia

This picture taken on February 4, 2016 shows the logo of Italian mobile telephony company TIM (Telecom Italia) in Milan. / AFP / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)

Nel 1997, ultimo anno di gestione pubblica, l’allora Telecom era tra le prime cinque aziende del settore al mondo: fatturava circa 23 miliardi di lire e i dipendenti erano 120 mila. L’attuale Tim, dopo la peggiore privatizzazione della storia nazionale, fattura circa 16 miliardi di euro e ne ha 26 di debiti.

In Liguria i dipendenti sono circa 600 di cui 450 a Genova, falcidiati negli anni a causa di una forte riduzione del personale operata anche tramite scivoli e prepensionamenti. Nelle ultime settimane si sta discutendo con l’Azienda del possibile ricorso agli ammortizzatori sociali, in particolare del “contratto di solidarietà difensivo”. La situazione riguarderebbe la quasi totalità dei dipendenti genovesi, con percentuali di riduzione oraria del 10 – 15 per cento. E’ forte quindi la preoccupazione di lavoratori e lavoratrici per l’incerto futuro vista anche la prossima separazione della rete, con la creazione di una società ad hoc, per la quale si rischia di non avere garanzie sugli attuali livelli occupazionali.

Proprio per sollecitare un incontro e l’interessamento del Governo nei confronti di una vicenda che ormai si protrae da anni e che sta assumendo connotati sempre più allarmanti, venerdì scorso i sindacati hanno organizzato un presidio davanti al Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Lo “spezzatino” che sta coinvolgendo Tim desta più di una preoccupazione e richiede risposte urgenti dal Governo. I problemi non riguardano solo l’occupazione ma anche il servizio stesso, quello che esso rappresenta per i clienti e per il Paese.

Il Sindacato lavoratori della comunicazione della Cgil che, tra gli altri, tutela i dipendenti Tim, ha chiesto un tavolo urgente con il Governo perchè in ballo c’è il futuro occupazionale di 36 mila persone tra cui, lecitamente, sta crescendo la paura di perdere il posto di lavoro.

Il sindacato, già nel 2018, aveva proposto un intervento di razionalizzazione con la previsione della fusione con Open Fiber, per la creazione della rete unica, ipotesi portata avanti sotto il Governo Conte con la sottoscrizione di una lettera di intenti tra Tim e Cdp, azionista di Open Fiber. La prospettiva è poi svanita con la caduta del Governo Conte. Da allora il debito ha continuato ad aumentare e si è arrivati alla resa incondizionata, con la vendita della rete al fondo americano KKR, e da ultimo alla presentazione di un ulteriore piano che prevede anche la vendita della controllata Tim Brasil e la svendita delle attività retail. La situazione è paradossale: a 18 anni dalla privatizzazione, una azienda che era sana ora è in difficoltà, un’azienda che era presente in diversi paesi ora è presente solo in Italia e in Brasile, con una riduzione del perimetro aziendale che, insieme al fatto di essere stata nel passato monopolista, oggi deve continuare a rispettare stringenti obblighi di legge.

Oggi, dopo che il fondo Merlyn – un azionista di minoranza – ha presentato il suo piano alternativo per Tim, che oltre alla vendita della rete prevede l’immediata cessione anche di Tim Brazil e di Tim Consumer, le preoccupazioni aumentano, così come l’incertezza per il futuro.

La responsabilità politica di questa triste vicenda ha riguardato diversi Governi sostenuti dalle più svariate maggioranze parlamentari, ma evidentemente non ha insegnato nulla, visto che il pensiero riferito dall’attuale Governo non va oltre un irresponsabile rinvio alle scelte del mercato.

 

Sonia Montaldo

Segretaria Generale Slc Cgil Genova

Lavoro: Cgil “calano le assunzioni in Liguria, soprattutto nei giovani e a Genova”

Tra le regioni del nord ovest la Liguria è quella che nel 2023 registra il maggior calo nelle nuove attivazioni di contratti di lavoro dipendente nel settore privato rispetto al 2022. La Liguria chiude il 2023 con un calo del -0,9% delle assunzioni rispetto all’anno precedente (-1.954 contratti), contro il più contenuto -0,3% del Nord-Ovest e addirittura il +0,3% della media nazionale. I dati delle nuove assunzioni in Liguria passano quindi dalle 215.076 del 2022 alle 213.122 del 2023.
“Continuano i toni trionfalistici della politica, ma la realtà è data dai numeri che mandano segnali preoccupanti sul lavoro dipendente che è la spina dorsale degli occupati in Liguria – così Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria commenta i dati Inps sulle assunzioni con contratti di lavoro dipendente nel settore privato, e continua – la Liguria è una regione che non riesce a dare risposte alla parte più giovane della forza lavoro”.
Secondo i dati Inps elaborati da Marco De Silva responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria la fascia di età dove si sono avute meno assunzioni è soprattutto quella dei giovani (sino a 29 anni) che nel 2023 perdono 701 contratti rispetto al 2022. Peggiora anche la qualità delle assunzioni visto che nel 2023 l’87,5 per cento dei nuovi assunti in Liguria è precario (il primo posto tra i contratti è quello a termine con il 44,5 per cento) e solo il 12,5 per cento delle nuove assunzioni è a tempo indeterminato; in aumento tra le molteplici tipologie contrattuali solo il lavoro stagionale che ormai rappresenta il 14% del totale, l’incidenza del part-time che riguarda il 35% di tutte le nuove assunzioni e quelle per gli stranieri (+3,5%) che rappresentano quasi un terzo di tutte le assunzioni in Liguria nel 2023. A rimarcare ulteriormente la precarietà dei flussi in entrata nel mercato del lavoro ligure il dato sui voucher che nel 2023 hanno interessato 10.860 persone (+6% sul 2022), di cui oltre quarti donne.
Tra le province è l’area metropolitana di Genova ad avere la performance peggiore con – 3.317 assunzioni pari al -2,8%: Genova fa peggio di tutte le altre città del nord-ovest seguita da Torino con -2,7% mentre Milano aumenta le assunzioni del 2,2% e Aosta con +2,5% fa meglio di tutti nel Nord-Ovest. A Genova quindi continua il trend negativo iniziato prima della pandemia: nel confronto tra il 2019 e il 2023 Genova segna un calo (-1,2%) “Purtroppo il trend delle nuove assunzioni non solo è negativo ma arriva da lontano e quindi fa pensare ad una ulteriore fase di stagflazione dell’economica della nostra provincia – commenta Igor Magni Segretario Generale Camera del Lavoro di Genova – ad essere in sofferenza sono soprattutto le imprese di media dimensione e a fatica tengono le altre, mentre crescono solo le piccole: serve un massiccio intervento a favore di insediamenti di aziende manifatturiere e investimenti per lavoro di qualità che possano ridare slancio alla città”. Per Magni e Calà “Le istituzioni, Regione e Comune, ma anche i soggetti economici devono rendersi conto che sugli aspetti della quantità e qualità del lavoro è determinante orientare l’economia attraverso interventi mirati sia per evitare una completa terziarizzazione del territorio in un mercato troppo fluido sia per affrontare il problema dell’abbandono di questa regione da parte dei lavoratori”.

Infortunio mortale a Genova Pegli. Cgil “in tre mesi già due morti sul lavoro. Bisogna fermare la strage”. L’11 aprile sciopero per la sicurezza.

Nel primo pomeriggio un operaio è deceduto sul lavoro in un cantiere edile dopo una caduta da oltre tre metri e, in attesa di conoscere la dinamica di quanto accaduto, la Cgil invia le proprie sentite condoglianze ai parenti e ai colleghi della vittima.
La strage sul lavoro non accenna a fermarsi. L’anno scorso a Genova sono stati registrati 6 infortuni mortali sul lavoro, quest’anno, secondo gli ultimi dati Inail disponibili, sono già due in pochi mesi. Per Cgil “Le responsabilità di questa strage sono precise: mancanza di investimenti per la prevenzione, il controllo e la repressione uniti alla spasmodica rincorsa del profitto al quale sono assoggettate le imprese, gli effetti del subappalto a cascata. Per questi motivi la Cgil ha chiesto l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro”. Proprio oggi a Firenze si sono riuniti i delegati di Cgil e Uil sui temi della sicurezza sul lavoro e sono state calendarizzate due mobilitazioni: la proclamazione di sciopero Cgil e Uil per l’11 aprile e la manifestazione nazionale del 20 aprile organizzata da Cgil e Uil sui temi di salute, sicurezza e fisco.

Cgil Genova e Fillea Cgil Genova e Liguria

Scassi: ancora aggressioni ai danni del personale sanitario. Infantino (Fp Cgil) “subito un tavolo di confronto con l’Azienda”

Nella mattinata di ieri si è consumata l’ennesima aggressione ai danni del personale del pronto soccorso dell’Ospedale Villa Scassi. In fase di dimissione, un minore accompagnato, ha dato in escandescenza e ha aggredito due infermiere, una delle quali ha riportato ben 12 giorni di prognosi, e poco dopo anche i poliziotti sopraggiunti “Si tratta dell’ennesima aggressione al personale dei pronto soccorso, spesso causate dalle estenuanti attese alle quali sono sottoposti i pazienti – commenta Luca Infantino Segretario Generale Fp Cgil Genova – e a questo si è aggiunto il fatto che le due infermiere non sono state sostituite con un ulteriore aggravio di lavoro per il personale e dell’aggravio dei tempi di attesa per i pazienti”.

La Funzione Pubblica Cgil ha chiesto un tavolo di confronto all’Azienda per trovare soluzioni a fronte di una situazione che vede il perpetrarsi di queste situazioni anche laddove, come allo Scassi, è presente un presidio di polizia.

Sciopero dei lavoratori del Secolo XIX. Cgil, Cisl e Uil: “solidali e preoccupati dal silenzio dell’editore”

Lavoratrici e lavoratori del Secolo XIX incrociano le braccia, preoccupati dalle voci su una possibile vendita del giornale e dall’assenza di risposte da parte del gruppo editoriale GEDI.
“Seguiamo ormai da giorni con grande preoccupazione le vicende riguardanti il futuro di un giornale che rappresenta da sempre un punto di riferimento per l’informazione in Liguria – commentano Cgil Genova e Liguria, Cisl Liguria e Uil Liguria – Siamo solidali con lo sciopero in corso: a rischiare di perdere in questa partita non è solo la professionalità e la dignità di una redazione, ma la qualità dell’informazione di tutta la regione” concludono i sindacati.

Rsu Giannina Gaslini: “Lunedì 25 marzo 2024 assemblea. Scelte aziendali contro le esigenze dei dipendenti”

Care lavoratrici, cari lavoratori,
con la presente desideriamo condividere alcune riflessioni riguardanti le recenti decisioni assunte dall’Amministrazione aziendale che evidenziano un chiaro disallineamento con le esigenze dei dipendenti. L’Amministrazione ha espresso l’intenzione di promuovere l’utilizzo della mobilità sostenibile, quale parte integrante delle misure di sicurezza correlate alla costruzione del Padiglione Zero. Ha quindi, in controtendenza, deciso di aumentare in modo repentino il costo del parcheggio da 8 a 20 euro, con lo scopo di disincentivare così l’uso dell’automobile. Tale provvedimento entra però in conflitto diretto con l’applicazione della nuova matrice di turno pomeridiano (matrice sin dall’inizio contrastata da codesta RSU), che prevede il posticipo dell’orario di uscita dei dipendenti dalle ore 20 alle ore 20.37: a quell’ora i mezzi pubblici non sono più disponibili, o lo sono in misura molto ridotta, e per molti dipendenti fare ritorno a casa senza l’uso dell’auto sarà molto difficile se non impossibile. Anche l’abolizione “a prescindere” dell’orario flessibile nelle UU.OO. e Servizi dove sino ad oggi era applicato, come previsto peraltro anche dall’art 14 del recente regolamento aziendale che disciplina l’orario di lavoro, rappresenta un limite al ricorso ai mezzi pubblici per il tragitto casa lavoro (gli orari dei mezzi pubblici non sono flessibili e spesso neanche puntuali, date le caratteristiche peculiari della viabilità nel territorio urbano).
Le nostre preoccupazioni sollevate in merito a questa evidente incongruenza hanno ricevuto una risposta sorprendente da parte dell’Amministrazione, che ha indicato come soluzione il fatto che in quei casi i dipendenti potranno comunque utilizzare le proprie auto… Questa risposta non solo ignora le difficoltà pratiche che i dipendenti affronteranno (per esempio coloro che non dispongono di un mezzo privato), ma è anche in totale contraddizione con l’obiettivo dichiarato di promuovere la mobilità sostenibile. Sottolineiamo che proprio il raggiungimento di tale obiettivo è stato dichiarato dall’Amministrazione come l’unica ragione di un aumento così importante della tariffa per l’abbonamento auto. Risulta evidente, così, l’incoerenza dell’Amministrazione, che da un lato incentiva e dall’altro disincentiva, senza prendere in considerazione le esigenze concrete dei lavoratori.
È quindi fondamentale che vengano riconsiderate tali decisioni e che vengano adottate misure che bilancino le scelte aziendali, le esigenze dell’utenza, la sicurezza sul lavoro con le necessità dei dipendenti. L’applicazione della nuova matrice pomeridiana inoltre obbliga, per il rispetto delle 11 ore di riposo consecutivo giornaliero, a un’alternanza di turni che penalizza lavoratrici e lavoratori, poiché “cancella” la mezza giornata di tempo non lavorativo antecedente e quella successiva all’unica giornata di riposo tra un turno e l’altro. Chiediamo chiarezza sui risultati delle recenti perizie idrogeologiche dell’area di costruzione del Padiglione Zero, anche perché sino a che i lavori del cantiere non richiederanno modifiche alla viabilità interna non risulta comprensibile l’urgenza di procedere con l’applicazione del nuovo regolamento per l’accesso al parcheggio interno.
Sarà inoltre imprescindibile la contemporaneità dell’applicazione delle nuove tariffe con
l’attivazione delle promesse misure di ammortizzamento (incentivi abbonamenti AMT e
TRENITALIA, servizio navetta, fasce ISEE e relative tariffe differenziate, ecc).
Non accettiamo griglie di sviluppo delle matrici orarie che prevedano cambiamenti quotidiani, bensì chiediamo un orario di lavoro che garantisca una maggiore stabilità e una più agevole gestione ed organizzazione del tempo non lavorativo. È sempre più pesante la sproporzione tra carichi di lavoro e organico presente in servizio nelle diverse UU.OO; è urgente una riorganizzazione dei reparti Chirurgia ed ex Week surgery, dove tale criticità comporta attualmente un elevato rischio clinico e impedisce alle lavoratrici e ai lavoratori di operare in condizioni di lavoro adeguate. Circa la gravissima situazione, purtroppo non recente, che vede le/gli OSS obbligati a compiere attività di pulizia e sanificazione di stanze di degenza, sale operatorie e servizi igienici nei periodi non coperti dai servizi di pulizia esterni, chiediamo l’immediata sospensione della procedura. Sempre pronti a sostenere le lavoratrici e i lavoratori nella difesa dei loro diritti, la RSU invita le lavoratrici e i lavoratori a partecipare all’Assemblea sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori lunedì 25 marzo dalle ore 12 alle ore 14 presso l’Aula Magna.

La partecipazione potrà avvenire in modalità “permesso assemblea”