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Ieri, su convocazione del consigliere provinciale con delega al trasporto pubblico locale, si è tenuto un incontro che ha visto coinvolte tutte le sigle rappresentate in Atc. Dicono Fabio Quaretti, Filt Cgil, e Marco Moretti, Fit Cisl: “Avevamo già avanzato perplessità sul l’approccio approssimativo riguardo alle questioni delicate che interessano utenti e lavoratori del TPL; a seguito dell’incontro le perplessità sono diventate preoccupazioni. Pur apprezzando lo sforzo di voler ascoltare le organizzazioni sindacali su questioni prettamente aziendali, abbiamo registrato una disarmante impreparazione riguardo ad alcuni temi centrali e che vanno messi in agenda senza ulteriori indugi. Innanzitutto abbiamo chiesto di conoscere i piani di programmazione in funzione della riapertura delle scuole a settembre. Questo è fondamentale per poter garantire il servizio di trasporto degli studenti senza pregiudicare i livelli di sicurezza imposti dalle normative sanitarie. E’ altrettanto importante stimare per tempo quale sarà la domanda di trasporto in funzione delle scelte che compieranno le aziende sul territorio, dato che la disponibilità dei mezzi sarà ulteriormente limitata dalla riduzione della capienza. Abbiamo chiesto se fossero stati contattati mobility manager, obbligatori per le aziende sopra i 100 dipendenti, e se si fosse fatta una stima di quanti lavoratori avrebbero usufruito del telelavoro. Apprendere che a metà luglio su questi temi si brancoli ancora nel buio e che si sia ritenuto di discutere esclusivamente dei rapporti tra provincia e dirigenza aziendale è stato francamente sconfortante. Auspichiamo che, quanto prima, ci sia una nuova convocazione per affrontare la ripartenza del servizio a settembre ed operare una mappatura delle esigenze delle attività produttive, in modo da poter programmare con le scarsissime risorse disponibili un servizio adeguato per utenti, cittadini e lavoratori. Ricordiamo che questa amministrazione ha tagliato 700mila euro al TPL, prendiamo atto che si sta pensando di mitigare questa cifra con 200 mila euro per la sicurezza, ma bisogna pensare anche ai lavoratori che hanno portato avanti il servizio in condizioni difficilissime: sarebbe giusto trovare il modo di riconoscerlo.”

La Segreteria