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Si è svolto oggi al Ministero dello Sviluppo Economico il tavolo di confronto su Bombardier a seguito della comunicazione del Gruppo di apertura della procedura di cessione del ramo d’azienda ingegneria propedeutica alla produzione.

Così come le Istituzioni Locali, anche il MISE ha concordato con la richiesta delle Organizzazioni Sindacali e delle RSU circa la richiesta di ritiro della procedura. La delegazione aziendale presente (colpevolmente assenti l’Amministratore Delegato Bombardier Italia Corradi ed il rappresentante del Gruppo Vazquez), pur confermando dal suo punto di vista la bontà dell’operazione, si è impegnata a trasferire tale richiesta al Gruppo. Al tempo stesso siamo stati informati che la procedura non si concluderà prima della fine del mese di maggio anziché il 4 maggio.

Nel confermare tutta la nostra contrarietà ad una scelta che rischia di indebolire il sito in modo definitivo, sottolineiamo ancora una volta come il problema principale sia oggi l’assenza di un piano industriale per il consolidamento ed il rilancio del sito. Non c’è infatti nessuna traccia della volontà di portare a Vado le locomotive DC3 per il mercato estero europeo, condizione che porterà la fabbrica ad essere senza carichi di lavoro a fine estate. Al tempo stesso siamo sempre in attesa della formalizzazione del contratto per la produzione di 14 treni per Trenitalia per l’alta velocità, cosa che porterebbe due anni di lavoro al sito. Nessuna novità neppure sul fronte della collaborazione con Hitachi (strategica per Bombardier) per la produzione dei treni a potenza distribuita destinati al trasporto regionale, situazione per la quale si è ancora fermi alla lettera di intenti a cui non si è più dato seguito.

Abbiamo pertanto richiesto al MISE di mettere Bombardier di fronte al fatto che per Vado deve essere fatta una scelta chiara. È infatti dallo scorso settembre che stiamo aspettando un piano industriale degno di questo nome. Se Bombardier non garantisce più, così come noi crediamo, il sito produttivo, occorre allora lavorare ad un piano B verificando la disponibilità da parte di altri Gruppi a rilevare lo stabilimento. Uno stabilimento con altissime competenze e professionalità nonché logisticamente ancora più strategico una volta che sarà ultimata la piattaforma APM.

Occorre insomma lavorare ad una governance del settore produzione di materiale rotabile che garantisca i siti produttivi presenti sul territorio nazionale. Riteniamo che ci siano tutte le condizioni per farlo. Il tavolo sarà pertanto riconvocato non oltre la fine della terza settimana di maggio. Nel frattempo decideremo con i lavoratori le iniziative di mobilitazione da mettere in campo per contrastare queste miopi politiche ‘finanziario industriali’ e per tenere alta l’attenzione sulla vertenza così come, più in generale, sulla questione della crisi industriale del nostro territorio.

 

Andrea Mandraccia Segretario Generale FIOM CGIL Savona