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Genova 02.04.2020. Questa è la domanda che ci poniamo dalla data della stipula dell’accordo nazionale sulla applicazione del fondo di solidarietà bilaterale ai ferrovieri. Un’intesa necessaria dopo che le attività delle società del gruppo Fsi sono state drasticamente ridotte per l’emergenza covid 19.
Anche per il Gruppo FSI, come per centinaia di altre imprese, il sindacato ha accettato di assumersi la responsabilità di sottoscrivere condizioni che in parte sono risultate impopolari, come lo smaltimento di tutte le ferie residue, senza alcun limite, per non incidere troppo sulle risorse del fondo bilaterale, accantonamenti che al momento appaiono insufficienti ad affrontare questa fase.
Purtroppo la gestione da parte di Fs delle misure contenute nell’accordo ad oggi non risulta all’altezza della serietà che il momento dovrebbe esigere. La Capogruppo ha palesemente strumentalizzato le intese per capitalizzare al massimo lo smaltimento delle ferie residue, senza salvaguardare la qualità del lavoro, di conseguenza rischia quotidianamente di compromettere la salute degli addetti rimasti a garantire la produzione (non è un mistero che vengono comandate trasferte in palese violazione del protocollo del 14 marzo).
Abbiamo denunciato in questi giorni le innumerevoli richieste ai lavoratori in ferie di lavorare comunque, magari collegandosi a videoconferenze durante il proprio tempo libero. Così, di fronte alla pressante richiesta di Capogruppo di smaltire le ferie, alcuni dirigenti aziendali non si sono tirati indietro rispetto a palesi violazioni dei diritti dei lavoratori.
Resta inoltre ancora nebulosa l’applicazione dei criteri di rotazione del personale che dovrà accedere alle prestazioni del Fondo. Tanto opaca che l’azienda si è persino rifiutata di consegnarci le liste degli interessati durante le trattative.
Per ovviare all’esiguità delle risorse disponibili nell’unico ammortizzatore sociale previsto per i ferrovieri del gruppo FS abbiamo convenuto sullo smaltimento delle ferie residue, seppur consapevoli che il cumulo di decine di giornate di “congedo rosso” è esclusivamente da imputare alle economie di questi anni durante i quali le società del gruppo FS si sono rifiutate di procedere ad assunzioni sufficienti a smaltire le ferie del personale operativo, e anche di molti “indiretti” ai quali sono assegnate attività indifferibili (altrimenti non si spiegherebbe perché oggi viene loro richiesto di lavorare durante le ferie).
In attesa di comprendere quali saranno i provvedimenti governativi rispetto alla necessità di rifinanziamento del fondo bilaterale nel caso in cui le risorse accantonate dovessero risultare insufficienti, con il rischio concreto di vedere pesantemente decurtato l’assegno di sostegno al reddito – che per il momento corrisponde al 80% della retribuzione annua lorda media maturata durante l’anno precedente – ci chiediamo se i dirigenti delle società del gruppo FS siano all’altezza di gestire questa fase, o se piuttosto non stiano dimostrando una diffusa incapacità che rischia di sommarsi a bieco cinismo nei confronti dei lavoratori e disprezzo del ruolo del Sindacato.
La Segreteria della Filt Cgil Liguria