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La nostra regione soffre di una storica carenza infrastrutturale.

Il crollo del Ponte Morandi ha reso questa cosa ancora più evidente.

Fortunatamente dopo 2 anni riavremo il viadotto ma la Liguria resta isolata.

Siamo tagliati fuori dall’alta velocità.

Dall’aeroporto Cristoforo Colombo non ci sono voli per Roma.

La merce che sbarca sulle nostre banchine esce via ferrovia in una quota residuale perché mancano le infrastrutture e si riversa sulle nostre autostrade dove c’è la più alta concentrazione di ponti e viadotti e non ci sono corsie di emergenza.

Quindi ricostruito il Ponte bisogna dotare la Liguria delle infrastrutture di cui ha assolutamente bisogno: non solo Terzo valico e Nodo Ferroviario ma anche Pontremolese e raddoppio del Ponente e poi la Gronda.

A questo proposito vorremmo porre all’attenzione del governo anche la necessitò di dotare la Piattaforma di Vado Ligure delle infrastrutture viarie e ferroviarie per collegare le banchine con le piattaforme logistiche dislocate oltre Appennino a partire dal raddoppio della Savona-Torino.

Se le infrastrutture che mancano sono la priorità, l’emergenza è la condizione delle nostre autostrade.

Dopo quasi 2 mesi Genova e la Liguria sono ancora imprigionate in una fitta rete di cantieri che ci impediscono di muoverci, arrecando un grave danno al sistema produttivo ligure, dal Porto al Turismo.

Purtroppo in uno dei tanti scambi di carreggiata venerdì scorso è rimasto ucciso un automobilista.

Siamo consapevoli che gli interventi di manutenzione si fanno per tutelare la sicurezza di chi viaggia e non possiamo non essere d’accordo, ma tanti cantieri così, tutti aperti contemporaneamente, stanno letteralmente mettendo in ginocchio la nostra regione.

Siamo stufi delle quotidiane polemiche da campagna elettorale ma pretendiamo che le istituzioni ai vari livelli trovino il modo di garantire il diritto costituzionale alla mobilità.

Si erano fatte delle date: prima il 10 luglio poi il 15.

Siamo al 21 luglio e la situazione è ancora critica. Cosa si intende fare per liberare le nostre autostrade visto che i lavori di manutenzione straordinaria per il Terzo Valico programmati per fine luglio non faranno che peggiorare la situazione?

Attualmente operano nei cantieri autostradali della Liguria circa 1.200 lavoratori provenienti da tutta Italia.

Nel 2017 è stato sottoscritto un protocollo regionale che prevede incontri con i sindacati per discutere del rispetto della sicurezza e dell’organizzazione del lavoro.

Sino ad oggi non è successo niente.

Le organizzazioni sindacali non possono accedere ai cantieri e non sappiamo neppure che CCNL gli viene applicato e abbiamo il ragionevole sospetto che non vengano rispettate le condizioni contrattuali.

Chiediamo il rispetto del Protocollo.

Lo chiediamo alla Regione ma lo chiediamo anche al Mit a maggior ragione dopo che si è trovato un punto di sintesi sulla vicenda della revoca della concessione con l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di Aspi.

Da questo punto di vista ci auguriamo che l’intervento pubblico in Aspi, oltre a garantire i livelli occupazionali, possa rappresentare l’occasione per procedere rapidamente con il piano di investimenti e che per la nostra regione possa volere dire da una parte partire velocemente con i lavori della Gronda e dall’altra intervenire con continuità sulla manutenzione della rete autostradale che i disastri di questi giorni dimostrano essere stata abbandonata per troppo tempo.

Federico Vesigna

Segretario Generale Cgil Liguria