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La crisi ferragostana non cessa l’emergenza dei migranti.

La crisi ferragostana non cessa l’emergenza dei migranti. Oltre 100 migranti sono attualmente soccorsi in mare e attendono di sbarcare.
Gli effetti delle regole imposte dal Decreto sicurezza bis sono sotto gli occhi di tutti, per questo il decreto deve necessariamente essere cancellato ed in tempi celeri.

Il Decreto mette nel mirino le organizzazioni non governative che tentano come possono di supplire all’assenza dello Stato, o meglio dell’Europa, in termini di politiche dell’immigrazione. Il nuovo testo prevede il pagamento di una sanzione amministrativa tra un minimo di 10 mila a un massimo di 50 mila euro in ipotesi di inosservanza da parte del comandante della nave dei divieti, oltre l’applicazione di eventuali sanzioni penali. In ipotesi di reiterazione della violazione, posta in essere mediante l’utilizzo della stessa nave, si applica, inoltre, la sanzione accessoria della confisca amministrativa con sequestro cautelare immediato.

E ancora, con il Decreto il Ministro dell’interno limita o vieta l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine e di sicurezza pubblica, ovvero quando, in una specifica prospettiva di prevenzione, ritenga necessario impedire il cosiddetto “passaggio pregiudizievole” o “non inoffensivo” di una nave, qualora la stessa risulti impegnata (solamente per ciò che attiene eventuali violazioni delle leggi in materia di immigrazione) in una delle attività rientranti nella già menzionata UNCLOS, ossia il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti. In tutto questo il convitato di pietra è l’Europa che fino ad oggi ha deciso sostanzialmente di non occuparsi in maniera organica, al netto del discusso Regolamento di Dublino, delle vicende relative ai migranti. Il flusso dei migranti non è quindi governato con strumenti cogenti per tutti gli Stati membri. Ciò alimenta il fiato delle trombe razziste in materia anche sulla base del fallimento della precedente stagione se non altro in termini di accoglienza ed inserimento nel mondo del lavoro. E fa emergere le contraddizioni di questa Europa, lontana dallo spirito di Ventotene, liberale nel traffico mercantile, protezionista nel traffico umanitario.

La nota pronunzia della Corte europea sul ricorso della Sea Watch 3 può essere letta come un parziale risultato, nonostante le fakes governative, anche se non si può negare che in tanti riversavano maggiori aspettative sull’esito finale. La sentenza, per quanto imponga all’Italia di fornire supporto e assistenza ai migranti in contrasto al menefreghismo salviniano, lascia comunque perplessi. Se neanche uno degli organi internazionali per eccellenza in tema di diritti umani non si assume la responsabilità di difendere questi diritti, occorre domandarsi se veramente l’Europa ha rimosso le proprie radici confermando la deriva di parte delle istituzioni occidentali.

Non si può stare fermi a guardare ed infatti la Cgil partecipa attivamente con presidi, manifestazioni e volantinaggi alla campagna nazionale #ioaccolgo. In questa calda estate ha organizzato due incontri pubblici a Genova e uno nel ponente ligure a Sanremo: spetta a noi infatti continuare la mobilitazione, intensificandola, tenendo assieme chi ci sta ed essendo chiari perché l’obiettivo è alto. Senza umanità, solidarietà, civile convivenza sono minati alle fondamenta i valori della democrazia sulla quale si basa la nostra Repubblica e la natura del sindacato confederale.

Fabio Marante è Segretario regionale Cgil Liguria