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Gli aiuti che i governi nazionali e le istituzioni europee si apprestano a mettere in campo per fronteggiare la tragica situazione economico-sociale che l’Italia, come il resto del mondo sta vivendo a causa della diffusione del Covid-19, rappresentano una immissione di risorse pubbliche pari soltanto a quella registrata nel dopoguerra.

Da quel piano di aiuti sono passati 70 anni, di storia repubblicana ma anche di pianificazione delle mafie che si sono esponenzialmente arricchite.

Oggi corriamo lo stesso rischio, l’emergenza sanitaria rappresenta una inaspettata opportunità di arricchimento delle organizzazioni mafiose.

Non vi è crisi che non venga sfruttata dalla criminalità organizzata come una opportunità di guadagno e l’emergenza in atto è di proporzioni immense.

Se non scatteranno idonei meccanismi volti a garantire la legalità e trasparenza nella distribuzione della liquidità della quale famiglie ed imprese hanno necessità impellenti si potrebbe determinare una crescita esponenziale dei profitti scaturenti dal malaffare.

Le grandi mafie  hanno la capacità di rapido adattamento ai mutamenti economici-sociali, le forze di Polizia e la Magistratura inquirente lo sanno bene, hanno già segnalato la necessità a tutti  i Questori d’Italia di prestare massima attenzione al fine di contrastare le prevedibili infiltrazioni mafiose ed attività corruttive nel settore degli appalti pubblici e delle forniture sanitarie conseguenti alle misure restrittive adottate per contrastare il corona virus.

Lo scenario che viene ipotizzato è allarmante.

Le imprese riconducibili alla criminalità cercheranno di infiltrarsi in diversi settori della filiera produttiva, alcuni particolarmente attivi in fase di emergenza, dalle forniture alimentari ai presidi medici, ed altri che, al contrario sono stati messi in ginocchio, il settore turistico e l’edilizia, sfruttando il consenso sociale che possono recuperare sostituendosi allo Stato distribuendo generi alimentari, prestando denaro alle imprese vittime della crisi.

Lo Stato deve certamente snellire l’accesso al credito, dare liquidità alle imprese in difficoltà, perché la rapidità, in questa partita è fondamentale, ma non deve significare meno controlli.

Le mafie tendono a fornire prestiti immediati alle imprese che condurranno alla compartecipazione nell’impresa fino ad appropriarsene.

In alcuni territori hanno già fatto offerte allettanti a proprietari per acquisire le loro attività.

Cercheranno di infiltrarsi negli appalti pubblici che da sempre costituiscono per le mafie l’anticamera per poter parlare con la politica e l’economia.

L’esigenza di fornire sostegno finanziario alle imprese e al sistema economico, di snellire le procedure di erogazione in modo di accelerare il processo di ripresa non può giustificare un allentamento dei sistemi di controllo, ne risentirebbe l’efficacia del sistema e la stessa tenuta della democrazia.

Occorre non indebolire o aggirare le attuali norme, che siano protocolli di legalità o altri meccanismi, come proposto da alcune forze politiche invocando il modello Genova  unico e irripetibile, ma potenziare i sistemi attuali.

I presidi più attrezzati sono le Prefetture, convogliandoli sotto una regia comune, eliminando passaggi burocratici in grado di ritardare l’itinerario che dalla fonte conduce all’erogazione economica.

La mafia non è solo in Italia, le forze politiche dovrebbero spingere per una legislazione antimafia europea, se ogni stato va per la sua strada sono le mafie a cogliere le smagliature nelle quali infiltrarsi.

Nelle settimane scorse Libera ha lanciato il patto “Giustitalia” con le adesioni di molte Associazioni compreso Cgil Cisl e Uil.

Significative convergenze sono state espresse nella riunione tenutasi con i Ministri, per il Sud e dei Trasporti e Infrastrutture, su politiche per la casa, reddito, politiche per il mezzogiorno, attenzione alle aziende e beni confiscati, gestione degli appalti.

In attesa che si passi dalle parole ai fatti dobbiamo cercare di impedire in tutti i modi che ad approfittare dell’emergenza siano mafiosi e imprenditori senza scrupoli.

Impossibilitati a fare manifestazioni di piazza dobbiamo dare massima informazione e cercare che passino in parlamento i nostri emendamenti al decreto liquidità sottoscritti da diversi parlamentari delle forze politiche di maggioranza.

Il  Segretario Spi Cgil Liguria
resp. Dip. Legalità
Camillo Costanzo