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Su pensioni e sanità serve confronto, altrimenti siamo pronti allo sciopero generale

Dateci retta, dateci retta veramente. Abbiamo proposte concrete e sappiamo di cosa parliamo.  Siamo una forza serena e siamo pronti al confronto ma, in assenza di risposte, chiederemo alle nostre tre confederazioni generali di andare allo sciopero generale”.

Così Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil, dal palco di San Giovanni a Roma nel suo intervento alla grande manifestazione dei pensionati indetta Spi, Flp e Uilp e che si è svolta il 1° giugno a piazza San Giovanni di Roma.

Un intervento a tutto tondo, quello di Pedretti, che prima di focalizzarsi sui capitoli specifici della protesta – pensioni, ma anche welfare e sanità – ha affrontato i temi generali della politica attuale che coinvolgono tutti i cittadini. Non senza aver prima ringraziato le migliaia di pensionate e pensionati giunti a Roma da tutta Italia viaggiando di notte, e in particolare le persone dalle zone terremotate di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove la ricostruzione ancora non c’è stata, “alla faccia del prima gli italiani del ministro Salvini”, ha attaccato il sindacalista. E tante, appunto, sono state le frecciate rivolte al governo in carica, dal premier Conte, passando per Di Maio e fino al più volte evocato ministro della paura, Matteo Salvini.

Il leader dello Spi ha rimarcato come l’iniziativa dei sindacati dei pensionati si iscrive a pieno titolo nella mobilitazione iniziata il 9 febbraio scorso con l’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil e proseguita con le mobilitazioni di tante categorie dei lavoratori e “dei milioni di persone che in questi mesi sono scese in piazza in tutto il paese per difendere i diritti fondamentali, avere un lavoro sicuro, meno precario e pagato meglio. Ma anche per il diritto delle donne alla libera scelta sulla maternità e contro il perpetuarsi degli abusi e delle molestie sul lavoro e in famiglia”. Così come, ha ricordato, “importantissime sono state le mobilitazioni dei giovani in tutta Europa per difendere il diritto a vivere in un paese sano e non inquinato, in un mondo rinnovato che fa della questione ambientale un principio chiave della vita moderna”.

Non sono mancati i riferimenti agli esiti delle elezioni europee che hanno visto il prevalere in Italia di forze reazionarie come quella della Lega: “Ci batteremo contro ogni forma di intolleranza, razzismo e fascismo, poiché per noi esiste una sola razza, la razza umana”, ha sottolineato Pedretti tra gli applausi. “Vogliamo un’Europa della pace, della democrazia e della giustizia. Un’Europa della convivenza, non quella dei muri, dei fili spinati e dei porti chiusi”. Riferendosi poi alla querela annunciata da Salvini nei confronti del segretario della Cgil Giuseppe Massafra, il segretario generale dello Spi ha ribadito che “non ci faremo intimidire, perché noi riteniamo la legge sblocca cantieri una vergogna che va cambiata profondamente”.

Poi, naturalmente, i temi del welfare e delle pensioni. Il leader dello Spi ha accusato apertamente il governo “di aver stracciato il contratto di fiducia tra lo Stato e milioni di cittadini e pensionati.  In quel contratto non c’era scritto di tagliare la rivalutazione delle pensioni”.

“Siamo stati descritti come avari, ma non lo siamo”. Siete voi, ha detto rivolgendosi a Conte, Di Maio e Salvini “che state dilapidando risorse che non sono vostre senza nemmeno chiedere. Ma che razza di politica è quella di togliere i soldi ai pensionati? State generando una guerra tra poveri, anziché prendere risorse dagli evasori e dagli imbroglioni che rubano 200 miliardi all’anno non pagando le tasse”.

Altro tema caldo è quello della sanità: “Non vi accorgete – ha attaccato – che tante persone non riescono più a curarsi perché non ce la fanno a fine mese, perché la sanità è sempre più privata? Bisogna aumentare il finanziamento della sanità pubblica, ve lo diciamo da tempo: servono 4 miliardi per dare la possibilità a tutti i cittadini italiani di curarsi, come dice la nostra Costituzione nata sulle ceneri del fascismo”. E dunque, bisogna “abolire i ticket, ridurre le liste d’attesa, assumendo più personale nel pubblico impiego”.

Poi un appello a un tema che sta molto a cuore ai pensionati, l’approvazione di una legge nazionale avanzata sulla non autosufficienza: “Nel paese – ha rimarcato il sindacalista – ci sono tre milioni di persone anziane non autosufficienti che aspettano dallo stato un aiuto più significativo, mentre oggi questo peso grava esclusivamente sulle famiglie”. Anche su questo il sindacato ha fatto e continua a fare una grande battaglia: “Costruiremo una proposta e raccoglieremo milioni di firme ma bisogna che tutti noi ci impegniamo per sostenere questa lotta di civiltà”.

Pedretti ha concluso il suo intervento parlando di pensioni, invitando il governo a “bloccare” l’aspettativa di vita, “perché i  lavoratori non sono tutti uguali: un muratore, un siderurgico un’infermiera hanno un’aspettativa di vita più bassa di un universitario o di un impiegato ed è giusto dunque che vadano in pensione prima e senza tagli”. Così come è fondamentale dare la possibilità a migliaia e migliaia di donne di veder riconosciuto il lavoro di cura svolto ai fini pensionistici e prevedere “una pensione di garanzia per i giovani, sostenuta dalla fiscalità generale, che garantisca un futuro previdenziale dignitoso alle nuove generazioni un futuro dignitoso e non una pensione da fame”.

Insomma, ha concluso Pedretti, non siamo il sindacato del no, abbiamo tante proposte e “non siamo egoisti come qualcuno ci descrive, anzi siamo pronti anche ad azioni di solidarietà per garantire un futuro ai giovani”. Però, il governo “ci deve ascoltare, deve aprire un confronto vero. Oggi in questa bellissima piazza siamo in tanti, ma, se non ci saranno risposte,domani saremo molti di più e continueremo a mobilitarci in tutte le città, nei quartieri e se sarà necessario casa per casa con assemblee, manifestazioni e presidi territoriali”. E, ha scandito, se sarà necessario “chiederemo a Cgil, Cisl e Uil  di arrivare fino allo sciopero generale”