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Adelmo e gli altri. Omosessuali al confino in Lucania.

Un progetto di A.Ge.D.O. Torino (Associazione di Genitori, parenti e amici di persone LGBT+) dal 20 al 27 gennaio 2020
Ducale Spazio Aperto, Genova.
Orari di apertura: 10 – 13 / 15 – 20
Inaugurazione lunedì 20 gennaio ore 16.30
INGRESSO GRATUITO
Per informazioni e visite guidate: agedo.genova@gmail.com +39 348 60 06 705

“Nella Storia esistono silenzi e “spazi vuoti” che contrariamente a quel che si crede hanno grande importanza, perché danno le dimensioni del rimosso, di ciò che viene censurato dalla società. Il grande spazio bianco che, in epoca fascista, campeggia là dove dovrebbe esserci una politica sull’omosessualità, è in effetti più eloquente di mille discorsi.”
(Omosessualità e Razzismo Fascista, Giovanni Dall’orto)

La commemorazione del Giorno della Memoria (27 gennaio) quest’anno è occasione per parlare della pratica del confino politico e comune e delle politiche razziste durante il ventennio fascista da un’angolazione poco nota: la repressione degli omosessuali.
Il fenomeno del confino fascista è stato finora trattato principalmente in relazione a quanti vi furono condannati per motivi politici e, solo di recente, studi e ricerche hanno cominciato a esplorare quanto accadeva ai cosiddetti confinati comuni.
Le isole di terraferma (così Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli”) sembrarono, alle autorità fasciste, le più adatte, insieme alle piccole isole vere e proprie, ad accogliere la particolare categoria di confinati formata dagli omosessuali. Una categoria che ufficialmente non esisteva e della quale nessuna legge prevedeva pertanto la punizione. C’erano però le persone che praticavano rapporti omosessuali erano da punire per attentato all’integrità della stirpe, corruzione, immoralità. C’erano, vale a dire, gli omosessuali ed erano visibili.
La mostra ricostruisce le vicissitudini che portarono un nutrito numero di omosessuali a scontare la pena del confino nei paesi del Materano e i rapporti che vi stabilirono con le popolazioni. Questa mostra permette di rileggere l’esperienza storica del fascismo alla luce di una specifica realtà, per troppo tempo ignorata volutamente, facendo riflettere sulle tante esistenze negate dall’istituzione–confino su cui troppi, e per troppo tempo, hanno creduto di poter scherzare parlando di “villeggiatura”.
Il linguaggio usato, insieme alle immagini, intende dare al lavoro un carattere il più possibile divulgativo, inoltre durante la settimana di esposizione vi saranno appuntamenti di diverso genere (presentazione di libri, reading teatrali, conferenze: programma su https://agedogenova.jimdofree.com/) rivolti ad un vasto pubblico ed in particolare alle nuove generazioni.
La mostra oltre ad essere un’occasione per ricordare ciò che è stato mettendo al centro ruolo, vissuti, storie delle soggettività gay e lesbiche, è anche un invito a non chiudere gli occhi di fronte a ciò che oggi accade con la recrudescenza di politiche razziste, xenofobe, omofobe ed antisemite in tutta Europa.