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Il nuovo Ponte di Genova è una realtà. Dopo quasi due anni di lavori finalmente Genova ha il suo Ponte. La Camera del Lavoro ringrazia tutte le maestranze che lo hanno reso possibile: operai, tecnici, ingegneri e tutti quanti hanno lavorato senza sosta per due anni e che oggi ci consegnano una città finalmente non più divisa.
Genova, il nord Italia, il Paese, hanno bisogno di questa arteria che consente la mobilità di persone e merci da e per il primo Porto d’Italia. L’auspicio è che l’inaugurazione di oggi rappresenti una nuova partenza per la città e che l’impegno profuso da tutti continui nello spirito della collaborazione per il benessere collettivo.
Lo sforzo comune di amministratori locali, governo, parti sociali deve essere quello di continuare a lavorare affinchè la città esca dall’isolamento non solo “fisico” del luogo, ma anche rispetto alle politiche economiche e di sviluppo volte ad attrarre investimenti e soprattutto a creare le condizioni in modo che  i giovani restino in città e se ne possano attrarre di nuovi. La data di oggi deve diventare una cesura tra il prima e il dopo la caduta del Ponte Morandi; un prima rappresentato da una città che arrancava in preda ad una crisi economica pesantissima – alla quale si sono sommati gli effetti nefasti della pandemia – che ha pesato maggiormente sui lavoratori ed in particolare le donne, e un dopo, con prospettive di crescita e sviluppo finalmente degne di una città con tante vocazioni: industriale e portuale, economica e turistica.
L’unico filo conduttore tra il prima e dopo “ponte Morandi” sono le 43 vittime che il 14 agosto 2018 hanno perso la vita. Tra pochi giorni ricorreranno due anni da quella sciagura:  43 persone innocenti che quel giorno non hanno fatto ritorno a casa e che hanno diritto ad avere giustizia. Il loro sacrificio non deve essere vano: potremo onorare la loro memoria solo se saremo in grado di far nascere da quella tragedia un futuro migliore.