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La drammatica situazione dei Centri Per l’Impiego liguri, sottodimensionati e a rischio di dequalificazione, ha rischiato in questi giorni di precipitare ulteriormente a causa dell’emanazione di un bando di concorso sbagliato nei tempi e nei modi.

 Nei Cpi, infatti, è in pieno svolgimento una profonda trasformazione di compiti e modalità organizzative, che si accompagna ad un grave depauperamento del personale impiegato.

 In Liguria (sebbene con profonde differenze territoriali) le Province avevano costituito un sistema che, con il contributo di oltre 500 Operatori, garantiva servizi di base e servizi specialistici (orientamento, tirocini, incontro domanda-offerta, accompagnamento al lavoro dei disabili…), riservando i primi ai dipendenti pubblici, che avevano anche il ruolo di regia del sistema, ed i secondi ad un numero ancora maggiore di Operatori inquadrati in Enti e Consorzi di società in appalto finanziati dal FSE.

 Tale sistema -non privo di limiti- ha consentito di realizzare significative integrazioni di politiche attive (ad es. il compianto catalogo di corsi brevi offerti agli iscritti ai CPI) e di contribuire ad assorbire il pesante effetto della crisi (20.000 offerte di politica attiva a lavoratori in Cassa Integrazione in Deroga in un anno nella sola provincia di Genova).

 La crisi delle Province ed il mutato quadro legislativo nazionale ha portato tale sistema al collasso: i dipendenti pubblici non sono stati sostituiti da anni e il DLgs 150/15 ha messo fuori gioco i servizi in appalto, imponendo il passaggio ad un sistema di Accreditamento dei soggetti privati erogatori di servizi per l’impiego.

 Tale sistema non è ancora stato avviato mentre la maggior parte dei servizi in appalto si sta concludendo. Dal 30/11 chi ancora lavora sta consumando ferie e residui orari in attesa di nuove commesse.

Si configura pertanto un grave rischio di interruzione di tutti i servizi sul territorio ligure, ed un altrettanto grave rischio occupazionale per gli attuali occupati in appalto, già conclamato per quanto riguarda il servizio di mediazione culturale attivo in provincia di Genova, che è già di fatto interrotto.

Le OOSS hanno da tempo sollecitato la politica regionale a farsi carico del problema e sono giunte parziali risposte, in particolare si è garantita la continuità nei servizi per l’impiego offerti ai Disabili attraverso la conferma ed estensione dell’appalto dedicato.

Per un infelice paradosso, mentre stava finalmente arrivando una boccata d’ossigeno per tamponare con assunzioni temporanee le voragini aperte nei CPI da Ventimiglia a Sarzana con Operatori esperti, in larga misura sottratti agli stessi servizi in appalto che hanno arricchito l’offerta pubblica negli ultimi 15 anni, l’agenzia Alfa ha emanato un bando a tempo indeterminato che rischiava di tagliare fuori per sempre la maggioranza di questi stessi lavoratori.

Grazie alla ferma e pronta mobilitazione dei lavoratori, e al sostegno del Consiglio regionale, che ha compreso le ragioni di lavoratori e OOSS, tale infortunio è stato fortunatamente evitato ma evidentemente le radici del problema restano e come tali devono essere rapidamente affrontate.

Per tale motivo le OOSS mantengono alta la mobilitazione dei lavoratori e chiedono l’immediata riapertura del confronto con la Giunta regionale sui temi di qualità e quantità dei servizi in accreditamento, di quelli da reinternalizzare e sulla garanzia occupazionale dei lavoratori oggetto della transizione in corso.

Le Segreterie Regionali e Territoriali

Fp Cgil –CGIL Filcams – UIL FPL – UIL TUCS