Articolo di Truscia, Granara e Colli pubblicato su “Il Secolo XIX” in data 12/11/2011
Nelle scorse settimane è apparsa su questo giornale l’intervista al Presidente del Gruppo Iren.
Risulta inaccettabile il modo poco rispettoso con cui il Presidente ha liquidato la domanda della giornalista sullo stato di agitazione proclamato nel gruppo (peraltro sospeso a Genova a seguito dell’alluvione). L’affermazione che non vi sia stata dichiarazione di esuberi, ma eventualmente di un parziale blocco del turn over non risponde a verità. Per chi ha memoria corta ricordiamo che sulla fusione e gli eventuali effetti conseguenti si sono siglati accordi nazionali che prevedono puntuali impegni: e’ forse questo un modo poco elegante per aggirare gli accordi sottoscritti pochi mesi or sono? Se necessario, ricordiamo al Presidente di Iren quello che e’ avvenuto in tutti questi mesi di trattativa ai tavoli territoriali: a Genova l’azienda si e’ presentata chiedendo la riduzione del personale come precondizione per qualsiasi confronto, arrivando anche per la prima volta nella storia delle relazioni sindacali in questa azienda, anche pre-fusioni, a disdettare accordi già sottoscritti nel 2010 con le rappresentanza sindacali unitarie del gas e dell’acqua che prevedevano proprio il rispetto parziale del turnover . Inoltre, a fronte della richiesta sindacale di impostare il confronto garantendo più qualità del servizio per i cittadini e una maggiore professionalità del personale come condizione necessaria per il mantenimento di una azienda con caratteristiche industriali sul territorio, il presidente ha risposto che non e’ pensabile spendere un euro in più sulla qualità del servizio; condizione che non sarebbe condivisa dalla proprietà (ciò significa che il Comune di Genova vede Iren solo come fonte di remunerazione?) e che non comprende la richiesta sindacale di coprire le attività del gas e dell’acqua con personale aziendale in quanto: “una volta che il lavoro e’ svolto bene non e’ importante chi lo ha fatto e quale casacca indossi”. Ormai nelle aziende del Gruppo vi e’ la costante presenza di ditte esterne che intervengono in molte attività operative e amministrative, anche tra le più delicate e dove si contano oltre cento esterni, perdendo professionalità interne e sostanzialmente personale fuori da un controllo reale anche nell’ambito della sicurezza. (sono presenti tipologie di lavoro precarie e fuori dall’ambito del contratto nazionale di lavoro). Le organizzazioni sindacali pretendono che questa azienda mantenga le proprie caratteristiche di conoscenza del territorio, le sole che riteniamo possano garantire le sinergie necessarie per realizzare investimenti nel settore.
Oggi sembra che le attenzioni della dirigenza siano rivolte solo alla borsa, al valore della quota e ai dividendi degli azionisti senza tener in alcun conto le risposte che una multiutility a maggioranza pubblica dovrebbe al contrario garantire al territorio, ai lavoratori che in esso Iren impiega e alla qualità del servizio ai cittadini.
Francesco Truscia Filctem Cgil Genova
Marco Granara Femca Genova
Elisabetta Colli Uilcem Genova