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Venerdì mattina si è svolta in Comune la Commissione sulla nuova Diga del Porto di Genova alla quale erano presenti anche le organizzazioni sindacali confederali. La Cgil, presente con le categorie maggiormente coinvolte (trasporti ed edili),  ha sostenuto la necessità di dotare la città di Genova e la regione Liguria delle infrastrutture adeguate a garantire finalmente la ripresa dopo decenni di declino e, pertanto, anche in Commissione, considerando anche l’aumento della stazza delle navi, abbiamo sostenuto la realizzazione di una nuova diga foranea per permettere al Porto di essere competitivo nei confronti degli scali del Nord Europa in termini di capacità di movimentazione di merci e persone.

La realizzazione di una nuova diga che renda più agevole e anche più sicuro l’accosto alle banchine delle grandi navi permetterebbe ai grandi investimenti in corso sulle infrastrutture ferroviarie e stradali (Solo per citarne alcune progetto unico Terzo Valico, nodo ferroviario di Genova, Nodo di San Benigno, Gronda autostradale, che tra l’altro oggi preoccupa per i possibili ulteriori ritardi, ultimo miglio e nuovi parchi ferroviari, piano straordinario delle opere dell’Autorità di Sistema Portuale, ecc.), di realizzare pienamente la propria efficacia, perché a un aumento della capacità della rete corrisponderebbe un incremento della domanda di traffici.

Quanto sopra porterebbe con sé nuova occupazione e occasioni di sviluppo per il territorio, oltre a condizioni utili ad decongestionamento del traffico cittadino diventato un problema per i cittadini, per gli operatori della logistica e anche per chi a Genova viene o transita per turismo.

Purtroppo le ricadute sulle catene di forniture globali a seguito del grave conflitto che si sta consumando in Ucraina, stanno determinando un ridisegno della geografia dei traffici, ma a nostro avviso non sarebbero sufficienti a giustificare un eventuale ripensamento sulla necessità dell’opera, perché i traffici nel Mediterraneo non paiono doversi ridimensionare nel medio-lungo termine, e perché la necessità di un ampliamento del bacino per consentire manovre più agevoli e sicure delle navi all’interno del porto è già di estrema attualità.

Pertanto, dopo la preoccupazione relativa alla prima gara di affidamento per la progettazione definitiva, esecutiva e di realizzazione della nuova Diga foranea,  andata deserta,  oggi attendiamo di comprendere compiutamente i contenuti delle due offerte attualmente in discussione.

Infine è corretto rilevare come in questi mesi siano state espresse osservazioni critiche di diversi tecnici che hanno sollevato preoccupazioni rispetto alla realizzazione di quest’opera, unica per dimensioni e complessità: ancor prima dell’aumento dell’inflazione la previsione economica a molti sembrava non sufficiente, oltre al fatto che appariva difficile che l’opera si potesse completare entro il 2026. Ma vista l’importanza della sua realizzazione riteniamo fondamentale che si trovino tutti gli strumenti, compreso lo svincolo dalle scadenze temporali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da realizzare attraverso la modifica e l’aumento delle fonti di finanziamento, perché sia garantita comunque una nuova diga sicura ed utile al Porto di Genova.

In assenza di soluzioni adeguate Genova rischia infatti di perdere ingenti risorse, occasioni di occupazione e sviluppo e di compromettere la credibilità dell’intero sistema.

Essendo una delle principali opere marittime, forse la più importante costruita in Italia, è bene che si apra un momento di riflessione sui costi reali di quest’opera, su quali debbano essere le idonee condizioni economiche per partecipare alla gara, quali le modalità di realizzazione, quali i tempi necessari a una sua costruzione sicura che risponda al meglio alle necessità del Paese, perché si tratta di un’opera strategica su scala nazionale e non solo locale.

Rivendichiamo pertanto l’importanza del confronto con il Sindacato attraverso i tavoli previsti per approfondire lo stato di avanzamento di questa e delle altre opere previste a Genova, per esaminare le ricadute occupazionali sul territorio, perché non dobbiamo dimenticare la necessità di sfruttare questa occasione che deve diventare volano dell’economia del territorio, producendo posti di lavoro di qualità, sia nell’immediato, cercando di offrire opportunità di buona occupazione agli edili del nostro territorio, sia successivamente alla realizzazione dell’opera e, non ultimo, per vigilare sulla sicurezza sul lavoro sia durante la realizzazione che durante la successiva gestione.

Igor Magni, Enrico Poggi, Federico Pezzoli sono Segretari Generali Cgil Genova, Filt Genova, Fillea GenovaC