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Edilizia a Genova: stato di agitazione

Edilizia a Genova, Feneal Uil-Filca Cisl e Fillea Cgil: “Stato di agitazione, non accettiamo il silenzio di Ance Genova che non vuole iniziare la discussione del rinnovo del contratto: così non si pianifica il futuro”

Stato di agitazione a Genova nel settore dell’edilizia: è la decisione presa dall’attivo unitario dei delegati di Feneal Ui, Filca Cisl e Fillea Cgil. “Da parte di Ance Genova dopo diversi incontri abbiamo ricevuto soltanto un no secco di fronte alla nostra richiesta di iniziare la discussione del rinnovo del contratto. Una presa di posizione giustificata da motivazioni incomprensibili-  Malgrado il forte rilancio del settore , certificato anche dei dati della Cassa Edile sia per il numero di addetti che per le ore lavorate, Ance non ha voluto aprire un tavolo discussione. Dimenticandosi il controibuto straordinario degli edili genovesi durante tutto il lockdown”, spiegano i segretari generali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Genova Mirko Trapasso, Andrea Tafaria e Federico Pezzoli. “E’  innegabile che questo sia il momento opportuno per discutere del futuro del settore , favorendo politiche attive per il rilncio degli enti bilaterali al fine di migliorare la sicurezza e la formazione dei lavoratori anche alla luce delle ingenti risorse europee messe a disposizione dal P.N.R.R.Tale impegno di risorse dovrà favorire la rigenerazione urbana e la riqualificazione del costruito, oltre all’avvio di grandi opere infrastrutturali , ma è necessario intensificare i corsi di formazione sia per l’inserimento di giovani nel settore che per i  lavoratori rimasti esclusi dalla decennale crisi economica per favorirne l’occupazione. E’ inoltre il momento di avviare una redistribuzione di tale risorse, anche ripristinando elementi contrattuali come l’EVR, e adeguando istituti come le indennità di mensa e trasporto.Per tali motivi l’attivo unitario proclama lo stato di agitazione e l’avvio di una capillare campagna di assemblee sindacali in tutte le imprese del territorio”, concludono le organizzazioni sindacali .