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La settimana scorsa l’azienda Amplia, controllata da Aspi (Autostrade per l’Italia) ha formalizzato ai sindacati di categoria l’imminente trasferimento verso altri cantieri sul territorio nazionale di circa 100 edili impegnati nei due cantieri “zero” propedeutici ai lavori della Gronda.
In questo modo l’azienda allontana il rischio cassa integrazione; tuttavia, per affrontare le problematiche che si verranno a creare, nei prossimi giorni saranno organizzate le assemblee con i lavoratori presso il campo base Colisa di corso Perrone dove alloggiano le maestranze.
La tempesta che la Fillea Cgil aveva annunciato nello scorso mese di aprile, e in risposta della quale il Ministro Rixi aveva invitato la Cgil “a stare serena”, si è prontamente verificata.
Oggi ci si rivolge direttamente al Ministro delle Infrastrutture affinché ci sia un intervento tale da dare certezze sulla cantierabilità dell’opera: dopo aver atteso tempi biblici per la sua realizzazione importante e nevralgica per lo sviluppo di Genova e della Liguria, per la mobilità e per le attività della portualità, la Gronda sembra stia sparendo dall’agenda di Governo.
Il debito di Aspi verso Genova è noto a tutti, e una parte di tale debito può essere saldata con la definitiva cantierizzazione della gronda e la tutela di tutte le maestranze. Tanto più che nella compagine societaria di Aspi la maggioranza delle azioni la detiene Cassa Depositi e Prestiti, direttamente dipendente dal Ministero delle Finanze.

Per questi motivi la Fillea Cgil chiede la costituzione urgente di un tavolo ministeriale sulla Gronda che coinvolga anche le istituzioni locali, Regione e Comune di Genova.

Federico Pezzoli
Segretario Generale Fillea Cgil Genova e Liguria