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Il 14 agosto del 2018 si è consumata una tragedia che peserà per sempre su tutta la nostra città e su tutto il Paese. Il lutto che ha colpito 43 famiglie rappresenta una ferita che resterà per sempre aperta e che niente e nessuno potrà mai rimarginare. L’unico auspicio è che la magistratura faccia rapidamente il suo corso e che i responsabili del crollo del Ponte Morandi vengano assicurati alla giustizia; questo non riporterà in vita le 43 vittime ma è il minimo tributo da pagare a loro e ai loro cari.
Il crollo del Ponte Morandi ha cambiato per sempre la vita di tante famiglie, in primis le direttamente colpite dal lutto e a seguire tutte le altre: gli sfollati, quelli che hanno perso il lavoro, quelli che hanno perso la casa, le centinaia di attività commerciali e produttive che stanno tirando la cinghia in attesa della costruzione del nuovo ponte.
Tra tutte queste famiglie ci sono anche quelle delle lavoratrici e dei lavoratori Spea. Prima del crollo del Ponte, al di fuori del settore delle manutenzioni stradali, nessuno conosceva questa ditta che da decenni lavora in appalto per autostrade e che si occupa appunto della manutenzione. Le uniche manifestazioni pubbliche si sono verificate in occasione degli scioperi e dei cortei per chiedere ad autostrade maggiori investimenti sull’infrastruttura. Tra le tante problematiche del comparto, infatti, la normativa sul cambio di appalto che avrebbe portato a minori investimenti anche sulla sicurezza. In Spea Genova, grande gruppo a livello nazionale, lavorano circa una trentina di persone, tra ingegneri e operai. Da quel 14 agosto anche la loro vita è cambiata e anche loro aspettano fiduciosi che la magistratura compia il suo percorso. Da quel tragico giorno vivono in uno stato di perenne angoscia per quanto accaduto e sono consapevoli di essere inseriti in una parte importante dell’inchiesta. Quello che sperano è che la magistratura possa far luce rapidamente su tutte le questioni legate al loro operato e che venga presto resa nota la loro estraneità rispetto all’accaduto. Loro stessi sono transitati sotto e sopra quel ponte centinaia di volte: alcuni di loro, con ruoli più operativi, nell’arco dell’intera vita professionale l’avranno percorso migliaia di volte. Ecco perché sono i primi ad essere increduli rispetto a quanto accaduto. In tutti gli anni di attività in Spea hanno sempre svolto con dedizione e professionalità il loro lavoro nel rispetto dei ruoli e nell’ambito delle attività che gli venivano assegnate. La Fillea, il sindacato della Cgil che tutela e rappresenta i lavoratori edili, è al loro fianco anche in questo terribile momento e si unisce al loro auspicio di una rapida conclusione delle indagini che riporti chiarezza tra ruoli e responsabilità.
Qualunque polemica o illazione sul loro operato oggi sarebbe priva di senso perché l’unica titolata a stabilire la verità è la magistratura che ha il diritto dovere di indagare su tutte le figure professionali coinvolte e di attribuire le eventuali responsabilità.
Ora, quello che serve alla città di Genova, oltre a verità e  giustizia, è una rapida ripartenza. Il nuovo ponte dovrà rappresentare proprio questo.

Federico Pezzoli è Segretario Generale Fillea Cgil Genova