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Sabato scorso si è svolto il primo passaggio del dibattito pubblico sulla progettazione della nuova diga foranea del porto di Genova. Questa nuova opera è necessaria allo sviluppo dello scalo affinchè lo stesso possa accogliere le nuove navi e diventare realmente il primo Porto d’Italia e perché possa accogliere in sicurezza sia le nuove e grandi navi, sia le vecchie. Purtroppo nel recente passato il Porto ha visto gravissimi e tragici incidenti anche in fase di manovra: la sua struttura è stata concepita alla fine dell’Ottocento e da allora non è stato cambiato niente. Ecco perché questa nuova opera è fondamentale per poter dare il necessario sviluppo al porto e accogliere le navi in tutta sicurezza. Ho avuto occasione di assistere anche alla conferenza stampa di venerdì e ho trovato molti interessanti sia le analisi sia i progetti.

Durante la conferenza stampa c’è stato anche l’intervento dell’azienda che ha in carico lo sviluppo di questi progetti e del presidente Signorini e altri contributi mirati allo sviluppo; inoltre, la Ministra dei trasporti ha assicurato che, al netto del fondo Recovery plan, il Governo ha risorse pronte per poter integrare e poter andare avanti sul progetto e portarlo quanto prima alla conclusione.

Questo è un aspetto positivo però adesso si deve passare dalle parole ai fatti. Durante la conferenza si è parlato pochissimo di lavoro. Durante l’incontro sono stati fatti dei numeri, a mio avviso anche piuttosto imprecisi, perché non si capisce dove possano nascere questi 20.000 posti di lavoro: immagino nascano anche dalla costruzione vera e propria della diga e non direttamente dedicati alla portualità. Un investimento pubblico di tali dimensioni dovrebbe dare delle prospettive di lavoro stabile, continuativo e in condizioni di sicurezza.

Dico questo perché in una recente analisi di Confindustria si è visto come nel porto di Genova, negli ultimi 10 anni, pur raddoppiando in termini di volume container, merci e passeggeri, l’occupazione è rimasta praticamente invariata: stiamo parlando di circa 3.000 lavoratori diretti. Per noi gli investimenti vanno fatti tenendo presente l’occupazione professionalizzata, di qualità e, fondamentale, in sicurezza. E’ assolutamente necessario consolidare e rendere più sicuro il sistema del lavoro e mi riferisco al nostro sistema cosiddetto modello Genova che prevede il lavoro in banchina degli articoli 16 e 18 e con un unico articolo 17, la Compagnia, che dia la flessibilità necessaria al lavoro dei terminal.

Oggi si sono fatti passi in avanti anche sulla con consolidamento e importante la compagnia ma tutto rimane ancora sulla carta dobbiamo dare gambe a questi progetti e rendere effettivi non dimentichiamo che abbiamo ancora delle cose importanti da portare a termine e mi riferisco alla stabilizzazione e al dei soci speciali della compagnia unica a per trovare e una con una soluzione costante a tanti lavoratori che sono i lavoratori interinali che finora hanno prestato la propria e più la propria opera di lavoro per mandare avanti le scale fino a qui per i risultati fino ad oggi ottenuti e riuscire a portare avanti portare avanti dicevo queste cose importantissime perché oggi il porto che ha raggiunto al netto della pandemia e delle crisi ci sono stati risultati importanti si può grazie al sistema che abbiamo con fatica portato avanti e che ora è necessario consolidare per dare una delle certezze perciò per noi la stabilizzazione e dei lavoratori tutti e anche di quei lavoratori che sono ancora oggi a tempo determinato in Italia è una priorità che dobbiamo dobbiamo portare avanti che porteremo avanti così dico tutto questo perché perché e progetti della diga sono sono importantissimi ma se sono seguiti da un lavoro costante di stabilizzazione di qualità del lavoro del porto di genova oggi non possiamo permetterci quello che finora è successo di avere tanti numeri ma Ma che molte volte sono risultati i numeri vuoti easy a tanti volumi tanti container ma posti di lavoro poco questo non è più ammissibile mi è tanto chiudo che me le opere devono avere la prima più la prima priorità che è la prospettiva di lavoro lavoro sano e di qualità regolato e non lasciato solo in balia dei profitti o dei numeri questo no non sara possibile perché non sarà permesso insomma al centro il lavoro al centro i la qualità del lavoro e ben vengano le infrastrutture che devono sopportare il il lavoro che deve portare più lavoro ciò oggi è questa la posizione abbiamo porteremo avanti questo nostro punto di vista nelle incontro dibattito pubblico sono dedicati alle organizzazioni sindacali le parti sociali perché la filtGenova sarà a monitorare e comunque a portare avanti la partita del lavoro e della qualità del lavoro stesso. soldi che arriveranno anche da recovery found devono avere la priorità dello sviluppo dello sviluppo del lavoro perciò dedicati al lavoro ai lavoratori ai lavoratori che ci sono i lavoratori che verranno dovranno anche essere in condizione di poter uscire dignitosamente dal posto di lavoro del posto di lavoro andare un meritato riposo ma contestualmente tutti questi investimenti sia in termini di soldi che di strutture devono permettere l’ingresso ai nuovi lavoratori del domani oggi prendi la struttura inizierà oggi si concluderà fra 7 8 anni forse anche 10 perciò questo è il la la base per il lavoro dei giovani di domani perché oggi come oggi se continuiamo a parlare di strutture ma non di lavoro non diamo nessun obiettivo alla società perché la società di cui viviamo

Enrico Poggi

Genova, 13 gennaio 2021.