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Comunicato stampa

 

Preso atto che il Presidente Toti dà per scontato che le Autorità di sistema portuale dal 2020 saranno costrette a “versare contributi all’Europa”, e che questo sarebbe l’alibi per rimettere in discussione la governance dei porti, la Cgil e la Filt Liguria ribadiscono che le sanzioni europee vanno contrastate nei modi previsti, attraverso atti formali del Governo, determinazioni che diamo per scontate. Servono ricorsi ufficiali che si muovano nella direzione di contrastare i tentativi delle lobby del Northern Range che cercano di indebolire i loro concorrenti del Mediterraneo, a maggior ragione in previsione degli investimenti previsti dal memorandum sulla via della seta.
Condividiamo con il Presidente, invece, l’idea che attualmente la politica nazionale, permanentemente condizionata da logiche da campagna elettorale, non si stia impegnando adeguatamente su un settore che, vista l’importanza che riveste all’interno del sistema logistico italiano, e considerate le risorse economiche che produce in termini di fiscalità, andrebbe sostenuto diversamente, nello specifico con una seria politica dei trasporti complessiva che completi la riforma iniziata nel 2016.
Come già detto in più occasioni, riteniamo che le autorità di sistema portuale, considerate come hub di corridoi internazionali destinati a connettere merci e persone, devono continuare ad essere gestite come regolatori pubblici, all’interno di logiche di sistema  sovraregionali, attraverso dotazioni finanziare adeguate alle necessità di investimenti infrastrutturali che le stesse richiedono (e che molto spesso producono).
Sorge il dubbio che l’autonomia regionale venga  usata come un pretesto da chi mira semplicemente a controllare stazioni appaltanti che gestiscono volumi di investimenti pubblici notevolissimi, con il rischio di non averne le capacità, alimentando sprechi e inefficienze di sistema.

Segreterie Cgil Liguria e Filt Genova e Liguria