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Dal giorno 31 dicembre 2020 i lavoratori del Terminal San Giorgio sono entrati in stato di agitazione a causa di una serie di forzature dall’azienda che hanno deteriorato le relazioni sindacali. Con estrema difficoltà, le OO.SS hanno cercato di costruire un percorso che potesse portare al superamento dei problemi ma, a causa del comportamento messo in atto dall’azienda, il clima di malcontento che si respira nel Terminal è il seguente: “La maggior parte dei lavoratori non è stata messa in condizione di svolgere le proprie mansioni con la serenità dovuta per un lavoro gravoso ed impegnativo come quello portuale – dichiarano Fabio Ferretti, Massimo Rossi e Duilio Falvo, rispettivamente Filt Cgil Fit Cisl e Uiltrasporti – Negli ultimi anni, all’interno del Terminal San Giorgio, si sono registrati un numero di licenziamenti nettamente superiori rispetto a tutte le altre realtà portuali. Anche dal punto di vista della sicurezza si sono resi necessari frequenti interventi dei rappresentanti sindacali per ricomporre situazioni di pericolo che, solo per casi fortuiti e per la responsabilità dei lavoratori, non sono sfociati in incidenti gravi”.
Non sono comunque mancati infortuni di una certa gravità. Lo scorso anno si è reso indispensabile anche l’intervento dell’ADSP Mar Ligure Occidentale per riportare alla normalità una situazione che stava diventando insostenibile, culminata con l’episodio di una nave che, per la fretta di partire dopo aver effettuato operazioni irregolari in autoproduzione, ha mollato gli ormeggi quando ancora parte del personale del Terminal era a bordo.
Il secondo punto che le OO.SS intendono segnalare riguarda gli atti unilaterali a cui l’azienda tende a ricorrere. “Già in passato questa dirigenza aveva mostrato propensione ad imporre organizzazioni del lavoro senza concordarle, oppure a chiamare i singoli lavoratori per avanzare proposte organizzative ad personam”, raccontano i sindacati.
Si sperava di aver superato quei momenti, ma non è così: è storia recente l’imposizione di un orario di lavoro che l’azienda non ha comunicato nel dettaglio alle rappresentanze sindacali.
“Questa tipologia di orario deriva da un’organizzazione del lavoro nuova sulla quale l’azienda ha voluto evitare il confronto e della quale non comprendiamo l’effettiva utilità – concludono Ferretti, Rossi e Falvo – L’unica cosa certa è che con un atto simile, da verificare in alcuni punti anche dal punto di vista del rispetto contrattuale, si sono alimentate nuove tensioni e si è vanificato il lavoro fatto nell’ultimo periodo per cercare di instaurare le corrette relazioni sindacali. Consideriamo l’attuale situazione inaccettabile e siamo pronti, come sempre, a intraprendere qualunque azione sindacale si renda necessaria per la tutela dei lavoratori del Terminal San Giorgio”.
Il 15 gennaio 2021 si è tenuta, infatti, un’assemblea dei lavoratori che, nel confermare lo stato di agitazione, ha ribadito la necessità di mandare un segnale forte alla dirigenza dell’azienda in modo che questi atti unilaterali cessino: il clima all’interno del terminal non è più sostenibile.