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“Siamo in attesa di poter valutare l’esito del tavolo tecnico sulla situazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto che si tiene oggi fra i rappresentanti del Ministero dello Sviluppo economico, ArcelorMittal e i commissari in amministrazione straordinaria.

Rimangono ancora tante le incertezze legate allo stabilimento di Taranto, il cui destino si intreccia con i siti produttivi di Cornigliano e Novi Ligure.

E’ necessario sbloccare il decreto Imprese che ancora non è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e che introduce per l’ex Ilva una norma che modifica quanto stabilito dal decreto Crescita fissando al 6 settembre il superamento delle esimenti penali per ArcelorMittal.

A questo si aggiunge la necessità di scongiurare il rischio di spegnimento dell’Altoforno 2 che metterebbe in serio pericolo la produzione complessiva a Taranto con le inevitabili ricadute che riguarderebbero almeno un migliaio di lavoratori.

Sono già 1700 i lavoratori dell’Ilva in amministrazione straordinaria in cassa integrazione, così come sono 1400 coloro che dal primo di luglio sono interessati dalla cassa integrazione ordinaria in ragione delle difficoltà del mercato dell’acciaio. Questa situazione rende evidente l’urgenza di decisioni chiare pur in una condizione di particolare delicatezza istituzionale derivante dalla crisi di governo e dai conseguenti sviluppi.

Riteniamo fondamentale la convocazione di un tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo economico con le organizzazioni sindacali non appena si sarà definito il quadro politico-istituzionale”.

Lo dichiara in una nota Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia.

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa