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Negli anni ottanta i Pink Floyd uscivano con un album intitolato A momentary lapse of reason, seguente gli altri due The Wall e Final Cut.

Mi sono venuti in mente tutti e tre quando sono rimasto annichilito dall’apprendere dalla cronaca cittadina di una ragazza che in un probabile “momentaneo vuoto della ragione” si è buttata dalla finestra del bagno di un istituto scolastico genovese, secondo caso nel giro di pochi mesi, il primo a Rapallo dalla finestra della propria classe. Il primo pensiero va a loro, alle loro famiglie, con la speranza che si riprendano presto e che presto siano rimarginate tutte le ferite, quelle fisiche e quelle psicologiche.

Per me che ho deciso da più di vent’anni di dedicarmi all’attività sindacale perché stanco di vivere maltrattamenti relativi ai soggetti più fragili del personale, ogni volta che capitano casi di questo tipo è come se improvvisamente mi si tolga l’aria, resto attonito.

Tornando al periodo in cui i Pink uscivano con questi tre album, tradotti: Il Muro, Taglio Finale e Momentaneo Vuoto della Ragione, ricordo che si viveva un periodo caratterizzato da inflazione a due cifre, disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile dilagante, azione politica di contrasto ai due fenomeni assolutamente inefficace e insufficiente.

Questioni che purtroppo si ritrovano nel contesto di oggi. Al tempo c’era un diffuso senso di ribellione fra noi giovani che discutendo in vari centri presenti sul territorio, fossero sezioni di partito, circoli ricreativi o collettivi, producevano scambi di opinioni che si traducevano in manifestazioni, in azione collettiva. Senza dilungarmi su analisi più o meno opportune, rilevo questa grande differenza: oggi i centri aggregativi sono quasi scomparsi e quelli che resistono lo fanno solo grazie alla volontà di qualche manipolo di sparuti coraggiosi.

Il disagio invece c’è tutto, resiste e forse è anche peggio di allora: oggi questi giovani, seppure con a disposizione parecchi supporti informatici di accesso a informazioni e strumento di contatto “a distanza” (evidente ossimoro) spesso non si ritrovano collettivamente, si incontrano o si confrontano poco con i loro coetanei, poco o nulla con gli adulti.

Non è raro vedere ragazzi durante la ricreazione a scuola che si danno appuntamento o parlano fra loro tramite chat al telefono pur essendo entrambi presenti nello stesso edificio. Per alcuni il cellulare è diventato uno strumento di contatto con gli altri, fenomeno peraltro che riguarda anche gli adulti che però sono o dovrebbero essere maggiormente strutturati.

I nostri ragazzi sono pervasi da un bombardamento comunicativo, ma non sono più abituati al contatto diretto e in questo cotesto, la solitudine incalza, avanza e aumenta lo smarrimento che conduce all’iniziale lapse of reason che può portare alle conseguenze più tragiche.

L’attuale vacanza diffusa alla partecipazione collettiva, che ha già prodotto diverse distorsioni, quale ad esempio la scarsissima partecipazione alle elezioni politiche, temo produrrà altri tragici fenomeni.

Maurizio Mana Segretario Flc Cgil Genova