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Denuncia dei sindacati liguri delle Dogane: fuori gioco l’ufficio
principale del Porto di Sampierdarena e traffici marittimi a rischio a
causa della grave situazione logistica.

Genova, 10 gennaio 2020. Fp Cgil, Cisl Fp, Confsal/unsa e Flp Ecofin
della Liguria denunciano lo stato emergenziale in cui sono precipitati
taluni degli Uffici doganali liguri più importanti, che sovrintendono ad
un settore letteralmente vitale per l’economia ligure quale quello della
portualità e dei traffici commerciali marittimi.
In attesa del confronto con l’Amministrazione doganale per determinare
l’attivazione del nuovo insediamento di Santo Stefano Magra (che da solo
vale almeno 23.000 controlli fiscali-doganali annui in ordine ai
traffici portuali dello spezzino) e della nuova piattaforma Maersk di
Vado Ligure (che varrà a regime, in termini di contenitori, circa
800.000 TEU l’anno), la portualità ligure subisce un durissimo colpo: la
recente chiusura e la letterale evacuazione della SOT Passo Nuovo.

Purtroppo si è avverato ciò che, da anni, le Organizzazioni sindacali
denunciavano costantemente: lo stato di forte degrado di quella struttura.

La Sezione, fulcro dell’attività terminalistica nel porto di Genova
Sampierdarena ed una delle Sezioni doganali in assoluto più importanti
d’Italia (conta circa 20.000 controlli l’anno, che si sommano a quelli
dell’altro polo fondamentale di Genova Voltri, a sua volta al centro di
un confronto serrato tra  Organizzazioni sindacali ed Amministrazione
doganale circa le condizioni di funzionamento e addirittura di
accessibilità del sito), dallo scorso 19 novembre 2019, a causa della
rottura dell’impianto di riscaldamento, di infiltrazioni d’acqua e di
cedimenti strutturali, è stata chiusa ed i circa 45 dipendenti sono
stati tempestivamente riposizionati, in altri locali a disposizione
dell’Amministrazione doganale, in situazione di emergenza ed al limite
delle condizioni normali di vivibilità.
Nonostante i forti investimenti pubblici per svariate migliaia di euro,
effettuati dall’Amministrazione sul sito, i problemi non sono stati mai
risolti; persino la palazzina c.d. ex Unital, di nuova costruzione e
messa a disposizione dall’Autorità Portuale, presenta i medesimi
problemi ed, al momento, non è utilizzabile.
Tale situazione, non solamente costringe le lavoratrici ed i lavoratori
della Dogana, oltre agli operatori commerciali, ad espletare le proprie
attività in condizioni emergenziali ma, la chiusura di un presidio
nevralgico nel tessuto portuale, rende estremamente difficoltoso lo
svolgimento di tutte quelle attività di sdoganamento, di circolazione
delle merci, di supporto dei traffici marittimi, di contrasto alle frodi
tributarie ed extratributarie e priva di un presidio del territorio
all’interno di uno dei Porti sui quali le Autorità pongono maggiore
attenzione, essendo a forte rischio di infiltrazioni mafiose e criminali.
Dal 19 novembre scorso, malgrado le sollecitazioni, nessuna risposta
sulle prospettive di soluzioni logistiche alternative a lungo termine è
stata presentata dall’Amministrazione; i rimedi temporanei e palliativi
presentati ed alcuni dei quali adottati, non possono rispondere alle
necessità di un ufficio strategico per la fiscalità e per il commercio,
come quello doganale in uno dei Porti più importanti d’Italia.

Le Organizzazioni sindacali si appellano all’Amministrazione Doganale,
all’Autorità di Sistema ed a tutti gli stakeholders portuali affinché,
in sinergia fra loro, individuino soluzioni efficaci a garantire il
ripristino della normale operatività dei servizi doganali nel Porto di
Genova, affinché si recuperi quel presidio di legalità e sicurezza
funzionale allo sviluppo dei traffici commerciali. Il rischio,
diversamente,  è quello di un’insostenibile penalizzazione per il
sistema portuale ligure e per i lavoratori del settore, da cui dipende
gran parte dell’economia della regione, che andrebbe a sommarsi alle
gravi difficoltà già generate dal crollo del ponte Morandi.

FP CGIL, CISL FP, CONFSAL/UNSA ed FLP Ecofin della Liguria