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Come ogni “autunno Covid” – da ormai 4 anni –
Alisa ha approntato il Piano invernale di preparedness ospedaliero.
E anche quest’anno il principale Hub Covid sarà il Galliera.
Esattamente un anno dopo lo “storico” sciopero promosso da Fp Cgil e Uil
Fpl in questo ospedale, nel quale sembravano essere state recepite, da
parte della Regione, le giuste istanze dei lavoratori ormai esausti da
carichi di lavoro insopportabili e da premi di produttività collettiva
molto al di sotto di quelli di altre realtà ospedaliere cittadine,
proprio a causa dello “svuotamento” dei Fondi contrattuali determinato
dalle continue riconversioni dei reparti ordinari in reparti Covid, oggi
ci risiamo.
Un ospedale già con un numero di posti letto e di personale esigui che
dovrà, in tutte le casistiche di accettazione (territorialità,
manifestazioni cliniche lievi e gravi) e in 3 delle 5 fasi di eventuale
evoluzione pandemica, sarà il principale centro di assistenza genovese
per i pazienti Covid. Ma non non solo. Con queste direttive di Alisa,
anche nell’auspicabile caso di una mancata espansione del Covid, tutte
le normali manifestazioni influenzali stagionali, verranno dirottate al
Pronto Soccorso del Galliera fino alla completa saturazione del pronto
soccorso e dei reparti.
Una scelta reiterata – per il quarto anno consecutivo – e
incomprensibile da parte di una Regione che non riesce a proporre schemi
diversi a quelli consolidati, seppur oggettivamente fallimentari per i
lavoratori e per i pazienti, che sceglie di far collassare in primis,
ancora una volta, il Galliera e in seconda battuta Villa Scassi.
Sono necessarie risorse per nuove soluzioni e una capacità
programmatoria che tenga insieme la totalità delle strutture genovesi.
Invece questa appare come una scelta politica che poco ha a che vedere
con una rete di emergenza/urgenza e di un sistema ospedaliero realmente
integrato ad esclusiva tutela della salute dei genovesi.

Luca Infantino Segretario Generale Fp Cgil Genova
Luca Mantero rsu Fp Cgil Galliera