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Organico Museo di Palazzo Reale Genova. La denuncia Fp Cgil “Mancano 41 addetti e nei prossimi anni ne mancheranno ancora”

La scorsa settimana un turista milanese desideroso di visitare Palazzo Reale, a causa della carenza di personale, ha trovato il museo chiuso al pubblico. La notizia, resa pubblica dal Decimonono, ci rammarica ma non ci stupisce. La Funzione Pubblica Cgil infatti ha ripetutamente denunciato negli anni, e ha anche proclamato lo stato di agitazione del personale, perché gli istituti del Ministero della Cultura in ambito genovese e non solo, riportano scoperture di organico superiori al 50 per cento dovute ad almeno un decennio di blocco del turn over che i recenti concorsi non sono ancora riusciti a colmare. Le procedure di reclutamento avviate non riusciranno nemmeno a coprire i vuoti dovuti dai pensionamenti che si creeranno nel prossimo anno. A ciò si aggiunga che molti vincitori di concorso rinunciano al posto a causa soprattutto dei salari bassi, fenomeno, questo, comune a tutto il comparto dei Ministeri e più volte da noi evidenziato. In particolare a Palazzo Reale di Genova, che accorpa le due sedi della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola e dello stesso Palazzo Reale, su un organico previsto di 85 unità di assistenti alla fruizione e alla vigilanza, ne sono in servizio solo 44, di cui 26 a Palazzo Spinola e soli 18 a Palazzo Reale. Questi 18 lavoratori, senza distinzione, non costituiscono mero “personale di portineria”, ma  sono lavoratori qualificati che svolgono non solo l’accoglienza e vigilanza per l’ingresso e le sale del Museo, ma altresì servizio essenziale di accoglienza per l’utenza degli altri uffici del Ministero della Cultura che hanno sede presso il Palazzo (Soprintendenze di Belle Arti, Segretariato Regionale, etc.) e non hanno mai smesso di fare il possibile per garantire la continuità del servizio e le condizioni di sicurezza ineludibili, per i lavoratori stessi, per il Museo e per i suoi visitatori. Con questi numeri, l’assenza per malattia di un solo lavoratore può ben determinare l’assenza delle condizioni minime di sicurezza per l’apertura al pubblico. Oltre alla carenza di organico rileviamo che, negli anni, la dirigenza ha adottato scelte organizzative discutibili, a causa delle quali, in passato, già era stato necessario dichiarare lo stato di agitazione. L’assunzione di misure organizzative unilaterali ha altresì determinato una serie di richieste di trasferimento verso uffici professionalmente più gratificanti. Spiace, certo, che il visitatore non abbia potuto visitare il museo; spiace sicuramente se non sia stato trattato con la dovuta cortesia; ma spiace anche constatare che la drammatica situazione in cui versano gli istituti della cultura non venga raccontata a fruitori e utenti. Ci auguriamo che la disavventura del turista possa essere l’occasione per accendere i riflettori sulle condizioni di lavoro, sulle carenze di organico e di investimenti nel patrimonio culturale che questa organizzazione sindacale evidenzia da tempo.