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Questa volta sono cinque i lavoratori, travolti da un treno in corsa, che vanno ad allungare l’infinito elenco delle morti bianche , la cui responsabilità non è e non deve essere addebitata al caso, ma alle misure di sicurezza insufficienti, soprattutto nel settore privato, dove il profitto vale più di una vita umana. Questa volta sono dei lavoratori che hanno involontariamente causato la morte di altri lavoratori, tutti vittime della feroce speculazione sul lavoro, della fretta imposta da disposizioni per ottenere più profitto, vittime della noncuranza di Imprese e Istituzioni rispetto alle norme sulla sicurezza e alla prevenzione , che devono essere supportate da investimenti concreti e controlli, oggi pressoché inesistenti nel nostro Paese. Il plesso di sito Cgil dell’Istituto G. Gaslini di Genova si unisce al cordoglio ed al dolore delle famiglie , si associa alla rabbia di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici che oggi piangono per una strage che avrebbe potuto essere evitata. Alcuni tra noi, in quanto dipendenti pubblici , data la legge 146/90, non potranno fermarsi in segno di solidarietà e di protesta , come oggi faranno le compagne e i compagni della FIOM Cgil che hanno indetto uno sciopero di 2 ore in diverse realtà lavorative , ma come delegate e delegati saranno pronti a scendere in piazza e ad intraprendere ogni forma di lotta affinché la lapide dei morti sul lavoro non continui ad essere scolpita con altri nomi di martiri. Su quelle cinque bare ci sarà il dolore dei famigliari e della classe lavoratrice, per quelle cinque bare e per il peso che dovranno sopportare i due macchinisti, anche loro, lo ricordiamo, vittime di un sistema malato, non si dovrà permettere ai veri responsabili di farla franca. Il nostro grido di dolore non tacerà fino a che quegli uomini non avranno avuto giustizia.