Cinquecento tra delegate e delegati di posti di lavoro, pensionate, pensionati e cittadini hanno partecipato questa mattina all’assemblea pubblica organizzata dalla Cgil di Genova presso il Teatro Verdi di Piazza Oriani.
Pace, lavoro, giustizia sociale, democrazia sono stati i temi affrontati nell’assemblea che ha visto la partecipazione di tanta società civile e del mondo dell’associazionismo; tra gli interventi quelli di Anpi, Arci, Libera, Rete degli studenti Medi solo per citarne alcuni.
L’assemblea, alla quale ha partecipato Gianna Fracassi Segretaria Nazionale Cgil, è inserita nel percorso di mobilitazione che precede la grande manifestazione prevista per il 18 giugno a Roma.
Per la Cgil è il momento delle scelte: la condizione che stiamo attraversando è straordinaria, prima la pandemia, ora la guerra. La Cgil si è impegnata da subito contro l’invasione russa, a sostegno degli ucraini, della democrazia e del diritto all’autodeterminazione attraverso aiuti umanitari e progetti di accoglienza. Ma anche per chiedere il cessate il fuoco e costruire la pace attraverso il negoziato.
E poi ci sono i temi del lavoro e della giustizia sociale. Bisogna investire per combattere vecchie e nuove povertà, per una società sostenibile improntata alla giustizia sociale, al lavoro stabile e dignitoso. Occorre combattere la precarietà sempre più dilagante ed agire sui salari: mentre l’inflazione galoppa i salari sono fermi al palo e non vengono rinnovati i contratti. I dati raccolti ed elaborati dall’Ufficio Economico Cgil offrono uno spaccato netto e drammatico su salari. Dal 2015 al 2020 nella nostra provincia la retribuzione media giornaliera dei lavoratori dipendenti è cresciuta di soli 3,5 euro. Si allarga la forbice tra guadagno giornaliero di un operaio e quello di un dirigente: tra i 77 euro medi giornalieri di un operaio e i 433 euro di un dirigente ci sono ben 356 euro di differenza. A questo si aggiungono le differenze di genere con una retribuzione giornaliera per un uomo di 114 euro contro i 78 di una lavoratrice donna.
Occorre ridurre i divari e le diseguaglianze sociali e territoriali che la crisi ha acuito. Le soluzioni ci sono ma occorre la volontà politica per attuarle. Introdurre un unico contratto di inserimento al lavoro con percorso di formazione e con garanzie di stabilità, combattere realmente l’evasione fiscale con le proposte contenute nella piattaforma unitaria sul fisco. Mettere in atto una vera riforma delle pensioni che tenga conto del futuro dei giovani, salvaguardare i pensionati e le pensionate di oggi con l’adeguamento serio e concreto delle pensioni.
Garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: non un costo ma un investimento per il presente e per il futuro. Bisogna aumentare i controlli ed eliminare le cause degli infortuni e delle morti sul lavoro: serve un intervento deciso sulla catena degli appalti e dei subappalti rendendo effettive e esigibili la clausola sociale, il rispetto dei contratti nazionali e la pensione anticipata per chi fa lavori usuranti e gravosi. Anche su questo le soluzioni ci sono: le imprese che godono di sostegni pubblici devono essere vincolate ad investire in sicurezza e va ulteriormente aumentato il numero degli ispettori e potenziati i servizi di medicina del lavoro territoriali.
Questo ed altri temi sono stati alla base del dibattito di questa mattina e che saranno al centro della manifestazione nazionale di Roma del 18 giugno.