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Leggiamo in un comunicato del Comune di Genova di ricordo degli 80 anni dall’eccidio della Benedicta che 154 persone persero la vita. Dalle righe in questione non si capisce per mano di chi e per quale motivo. Si è trattato di strage, di una strage fascista e nazista, di chi aveva portato il Paese in guerra, nel dramma della dittatura, dell’azzeramento dei diritti, del terrore nei posti di lavoro e nelle case, delle deportazioni operaie, delle leggi razziali, dello sterminio nei campi di concentramento, della violenza sovranista e della negazione della libertà.
Non citare tutto questo significa offuscare la pagina più drammatica della nostra storia confondendo i piani tra chi quella vergogna l’ha causata e chi, lottando in montagna ed in città, ha riportato la democrazia in questo Paese al prezzo altissimo del proprio sacrificio, della propria vita. Noi quella storia non l’abbiamo dimenticata e la ricorderemo sempre, ogni giorno, perché non succeda mai più. Così farà anche la città e l’intero Paese, lo dobbiamo a quei morti e ai nostri giovani.

Igor Magni, Segretario Generale Cgil Genova