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Al peggio non c’è fine

“AL PEGGIO NON C’È FINE”

Le mascherine potranno anche essere di fattura artigianale, purché idonee a creare una barriera che aiuti a contenere la diffusione delle secrezioni respiratorie – dicono alcune regioni e comuni italiani – e l’utente potrà adoperare anche un comune fazzoletto o foulard di stoffa”.

Sulla reale efficienza di questo tipo di dispositivi fai-da-te però esistono dubbi piuttosto diffusi, che cedono il passo solo alla regola, molto poco scientifica, del “meglio di niente”.

In generale, però, gli esperti concordano nel dire che l’uso diffuso di fazzoletti e sciarpe non è di grande aiuto, visto che neanche le mascherine più professionali, in molti casi, superano i test di qualità.

In una recente intervista ad Agi, per esempio, un esperto ha dichiarato che pure “nella sua apparente semplicità la mascherina è un prodotto tecnologicamente complesso, perché il materiale tessile deve conciliare due principi che vanno l’uno contro l’altro, ovvero, l’alta respirabilità e allo stesso tempo l’alto coefficiente di filtrazione batterica”. C’è poi l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) che invita alla cautela rispetto all’uso generalizzato delle mascherine, citando la mancanza di prove sulla loro efficacia; in Italia, invece, la comunità scientifica è per un’indicazione di senso opposto, soprattutto dove non sia garantito il distanziamento sociale, ma anche in previsione dell’ormai famigerata “fase 2”, nella quale dovremo convivere col virus e abituarci all’uso quotidiano di dispositivi di protezione, sul modello dei paesi asiatici.

NON FACCIAMOCI FREGARE.

L’OBIETTIVO NON È INDOSSARE LA MASCHERINA,

MA NON BECCARCI IL VIRUS.

ORA, O DURANTE LA FASE 2, 3 O 4.

QUANDO SARÀ.

   Sportello Sicurezza Camera del Lavoro di Genova