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La morte di Adil Belakhdim, lavoratore e delegato sindacale, parla a tutti di cosa è diventata una rilevante parte del nostro paese, di come si arrivi allo scontro tra lavoratori e di come un modo barbaro di fare impresa spinga sul pedale delle diseguaglianze, della riduzione dei diritti, della disperazione, del ricatto e spesso del prendere o lasciare.

Intere filiere del mercato del lavoro sono composte da lavoratrici e lavoratori che spesso vivono in condizioni di precarietà con diritti sempre meno esigibili, in una condizione di subordinazione sempre più drammatica, ma non può essere solo il profitto a dettare le regole. Abbiamo bisogno di ridare dignità al lavoro, rimetterlo al centro dello sviluppo sociale affinchè si interrompa questo corto circuito in cui l’anello debole è il lavoratore. Il comparto della logistica è tra i più sollecitati perché la pandemia ha accelerato i tempi di lavoro, ma i diritti non sono andati di pari passo con l’incremento degli introiti. E’ necessario che si stabiliscano regole certe per tutti i lavoratori che siano essi dipendenti diretti o meno, che siano a tempo indeterminato piuttosto che precari: basta discriminazioni, basta sfruttamento. Lo chiediamo al Governo, lo chiediamo alla politica: riparta il dialogo sul lavoro perché solo ridandogli dignità si potrà costruire un futuro migliore.

Cgil Genova

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