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Genova non può fare a meno dell’industria

Nel 2022 la cassa integrazione straordinaria in Liguria è salita del 49,4 per cento con 3 milioni di ore richieste solo su Genova.

I dati dell’Ufficio Economico Cgil ci ricordano come la nostra città sconti anni di immobilismo industriale.

Il pensiero va inevitabilmente all’ex Ilva, ma non solo. Sono tante le vertenze aperte a partire, ad esempio, da Piaggio Aerospace che continua in una lunga ed estenuante gara per la vendita, per la quale si spera di arrivare a breve ad una soluzione definitiva.

Per Ansaldo Energia invece le lotte di piazza accompagnate dalla commovente solidarietà dei genovesi, hanno portato ad un impegno scritto sull’aumento di capitale. Oggi osserviamo i primi passi verso un percorso di rilancio sul quale vigileremo, pronti a difendere i posti di lavoro di un’azienda storica per la città e per il paese. Ansaldo Energia non è solo industria è anche indotto, in primis appalti e servizi come pulizie e mense, che già ora subiscono una flessione del lavoro con una pesante incertezza sul futuro.

Ma le situazioni di incertezza sono tante e diffuse. Genova ha bisogno di ritrovare quella storia industriale che nel tempo si è ridimensionata, ma serve guardare anche a possibili insediamenti manifatturieri più tradizionali, processi di assemblaggio o lavorazione di parti meccaniche, provando ad intercettare

almeno una parte delle merci in transito nel nostro porto, per cercare di farne un vero valore aggiunto e non essere solo un, pur importantissimo, centro di transito delle merci verso le manifatture e le industrie del nord Italia e dell’Europa.

Anche per questo abbiamo chiesto investimenti per il nostro Porto, unitamente alle opere infrastrutturali in primis Terzo valico e Gronda in sinergia con nuova diga strategica per l’Italia e l’Europa. Ma proprio in virtù del delicato momento che stiamo vivendo occorrono regole chiare e prospettive.

Dopo il lavoro fatto sull’organico porto aspettiamo il completamento del Piano regolatore portuale, sul quale i sindacati devono essere protagonisti, perchè serve

sapere con chiarezza questi investimenti cosa significheranno in termini di futura ricaduta occupazionale.

Bisogna smontare sul nascere possibili tentativi di avviare nel nostro Porto processi di avvallimento, ossia lo scambio di personale su più concessioni dello stesso

concessionario o di auto produzione. Se qualcuno pensa di poter  far svolgere le mansioni dei portuali ai marittimi sappia che non lo consentiremo.

Occorre garantire, anche per il futuro, la governance pubblica dell’Autorità di Sistema Portuale. L’Autorità deve essere garante delle regole e regia in un porto dove alcuni grandi operatori internazionali ormai si spartiscono la maggior parte delle attività e che potrebbero cercare di cambiare le regole che invece oggi garantiscono il lavoro attraverso modelli consolidati ed avanzati come quello rappresentato dalla Compagnia Unica.

Genova insomma deve ritrovare slancio e attrarre investimenti, anche privati, a sostegno di un settore produttivo avanzato, che rispetti l’ambiente, che parli con scuola, università e ricerca, che guardi all’alta tecnologia e che crei posti di lavoro di qualità a sostegno delle nostre famiglie, dei nostri giovani.

Igor Magni Segretario Generale Camera del Lavoro di Genova