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La messa in sicurezza del territorio può diventare uno dei volani per generare occupazione ed allo stesso tempo migliorare la prevenzione e protezione delle persone. Questa è anche una delle condizioni per favorire l’insediamento di nuove realtà produttive.

Per questo è fondamentale mettere in cantiere tutte le opere che servono per ridurre i rischi, partendo dalla manutenzione ordinaria per arrivare alla realizzazione di nuove infrastrutture collegate alla sicurezza, operando anche nelle aree interne.

Serve un ridisegno complessivo del territorio, a partire dalla Valpolcevera che dopo il drammatico crollo del Ponte Morandi può e deve diventare un esempio di urbanizzazione intelligente che coniughi residenzialità, lavoro e ricerca evitando di farlo diventare solo un autoparco, dagli scarsi ritorni occupazionali, e sfruttando le possibilità offerte dal decreto Genova e generando anche nuovi spazi sociali.

Non possiamo pensare di perdere la vocazione siderurgica della città anche in considerazione delle centinaia di posti di lavoro diretti e dell’indotto, serve mantenere a Genova e rilanciare Arcelor Mitall. Serve procedere speditamente con il ribaltamento a mare di Fincantieri a Sestri Ponente dove registriamo un ritardo. Serve completare il processo di messa in sicurezza di Piaggio Aerospace superando la cassa integrazione e avviando la fase di rilancio. Serve evitare spezzettamenti dentro a Leonardo-Finmeccanica Genovese e avere garanzie sullo sviluppo industriale; occorre intervenire nel campo delle riparazioni navali e nell’assegnazione dei bacini, dove si è perso troppo tempo, per cogliere la ripresa del settore prima che altri territori o altre nazioni concorrenti, Francia, intercettino quel lavoro.

Il 2020 deve essere l’anno della sicurezza sul lavoro, a partire da quella portuale in caso di allerta meteo ma non solo. Troppe lavoratrici e troppi lavoratori rischiano ogni giorno la vita lavorando, non è accettabile. Servono maggiori controlli e una campagna di sensibilizzazione su questa tematica.

La Genova del futuro deve essere un modello di smart city che favorisca un rilancio del lavoro attraverso soluzioni di smart logistic. Serve attivare processi di digitalizzazione per agevolare le infrastrutture di reti; buoni sistemi d’istruzione; buoni collegamenti nei trasporti; una capillare e diffusa rete socio-sanitaria; un ambiente sostenibile e una partecipazione civica diffusa. L’obbiettivo che questa città deve darsi è quello della crescita intelligente, sostenibile, inclusiva e partecipata.

Serve puntare sull’industria turistica e della cultura, sono settori che se integrati tra loro possono generare occupazione e reddito.

Igor Magni segretario generale Cgil Genova