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Sono state 17.796 le denunce di infortunio sul lavoro in Liguria tra l’1 gennaio e il 30 novembre 2023. Genova, con 9.740 denunce, rappresenta il 54.7 per cento dei casi in Liguria: ben 6 infortuni sul lavoro hanno avuto esito mortale. Il dato, nella sua sterile e tragica rappresentazione numerica, evidenzia l’emergenza che interessa donne e uomini che lavorano. Generalmente si parla di infortuni solo quando si verificano quelli mortali: le cronache raramente sono interessate alle loro conseguenze o di quello che accade ai superstiti, ancora meno delle conseguenze sulle persone delle malattie professionali. Eppure il problema esiste e come riportato dai dati Inail, elaborati dall’ufficio economico della Cgil genovese, nei primi 11 mesi del 2023 le denunce di malattia professionale sono state 1.317, con un aumento di 371 unità pari al più 39,2 per cento rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente; si tratta di quasi 4 denunce di malattia professionale per ciascuno dei 334 giorni considerati del 2023. Sono cifre enormi e sotto stimate se si pensa alle tante patologie non riconosciute come ad esempio quelle muscolo-scheletriche presenti nel settore della grande distribuzione organizzata o nei servizi.

Non sono dati degni di un Paese civile. Il Governo dovrebbe mettere la salute e sicurezza al centro del proprio agire, investendo risorse per creare condizioni per un lavoro di qualità e per premiare le imprese che vedono la sicurezza come un investimento e come l’adempimento di quella funzione sociale che gli attribuisce la Costituzione. Eppure, a fronte di una situazione pesantissima, il confronto con il Governo su questi temi non è mai entrato nel merito: mancanza di investimenti su formazione, su strumenti di prevenzione e nei confronti di tutte quelle strutture pubbliche preposte alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Al nostro Paese serve una grande campagna di assunzioni pubbliche perché ad oggi, anche le più semplici attività di enti come Inps o Inail sono messe in discussione da una grave carenza di personale e di mezzi.

Oltre all’attività del Patronato Inca, in Camera del Lavoro in via San Giovanni d’Acri a Cornigliano è attivo, ormai da più di 10 anni, lo Sportello Sicurezza. Delegate e delegati sindacali, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, lavoratrici e lavoratori che si trovano davanti a situazione problematiche o semplicemente che hanno bisogno di informazioni si possono rivolgere allo Sportello che si occupa di fornire elementi di conoscenza ed analisi sul tema della sicurezza e salute sul lavoro. Lo Sportello, attivo dal 2011, segue circa 600 tra delegate e i delegati Cgil dell’intera area metropolitana. Si tratta di una attività complessa perché ogni azienda o luogo di lavoro ha rischi specifici e chi si rivolge allo sportello pone problemi legati alla sua specificità lavorativa. Le norme su salute e sicurezza sul lavoro sono piuttosto complesse e una grande opera di sintesi è stata messa in atto dallo Sportello con la costruzione di un grande archivio online, dove rischio per rischio, problema per problema, si possono affrontare le principali problematiche legate al ruolo di delegato o rls ed avere a disposizione materiale sul quale documentarsi e lavorare. Le normative ci sono ma spesso sono vissute dalle aziende come un costo. Ad esempio tra le principali novità delle recenti modifiche all’interno del Testo Unico, c’è la nuova figura del preposto il quale sovraintende a tante questioni legate alla sicurezza: è stato concepito come un rafforzativo a tutela di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ma non tutti lo vedono di buon occhio.

Igor Magni è Segretario Generale Camera del Lavoro di Genova