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La nostra idea di città

In questi giorni si è svolta l’ennesima riunione sulla vertenza Acciaierie d’Italia nella quale il Gruppo ha portato in dote pochi investimenti, almeno per quanto riguarda il sito di Cornigliano, ed una nuova procedura per l’apertura di cassa integrazione straordinaria che a livello genovese dovrebbe coinvolgere circa 250 dipendenti. Con queste premesse è evidente come la trattativa sia tutta in salita. Nel frattempo il controllo pubblico sull’Azienda stenta a partire e il piano industriale che si aspettava per maggio è sempre più lontano. Si sente parlare spesso anche di alcune aree delle Acciaierie che si vorrebbero occupare in altro modo. Oggi però è prematura questa discussione, in assenza del piano industriale, e comunque sono aree da destinare eventualmente ad insediamenti produttivi, come da accordo di programma evitando ulteriori destinazioni per attività logistiche dal basso valore aggiunto. Anche i circa 200 dipendenti della Piaggio Aerospace di Sestri Ponente attendono di capire quale sarà il loro futuro, chi vorrà comprare l’Azienda e in che modo sarà rilanciata. Anche sul fronte della cantieristica ci sono novità: sono iniziati i lavori del cosiddetto “ribaltamento a mare”, per il sito Fincantieri di Sestri Ponente, bisogna procedere con decisione, con la certezza sui tempi di realizzazione dell’opera per programmare il futuro.

Quel futuro che ancora non ci permette di conoscere, spostandosi dall’apparato industriale alle infrastrutture,  i tempi per la realizzazione della Gronda, già finanziata ma per la quale non sono ancora iniziati i lavori. Senza infrastrutture sarà impossibile creare le condizioni per reinsediare nuove realtà produttive sul territorio. La città ha bisogno di essere collegata al resto del Paese e dell’Europa. Non ci dobbiamo arrendere a una Genova sempre più piccola ed anziana, come non possiamo focalizzarci solo sulle attività di servizi, commercio e turismo – oggi in difficoltà o comunque non in grado da sole di garantire la ripresa economica ed occupazionale senza la manifattura.  Evitiamo i tentennamenti, abbiamo bisogno di investire sul lavoro con infrastrutture ed alta tecnologia, puntando su progetti come la cittadella tecnologica degli Erzelli dove sono già presenti alcune aziende e realtà come l’Istituto italiano di tecnologia, ma dove mancano ancora l’Università e dove altre imprese, se saremo in grado di attrarle, si potranno insediare offrendo lavoro di qualità per i giovani, puntando ad essere polo di eccellenza del paese. E sempre agli Erzelli da troppo tempo si parla di ospedale del ponente: si esca dalla confusione, si dica cosa si vuole fare ma soprattutto si punti con decisione sul pubblico, elemento di garanzia per tutti come abbiamo visto in piena pandemia. Per la Cgil si deve ripartire dal lavoro di qualità che possa anche  contrastare il disastro della precarietà che ha generato insicurezza sociale, impoverimento e aumento delle disuguaglianze. Lavoriamo per offrire buon lavoro ai nostri giovani, il calo demografico dei genovesi  non è compensato nemmeno dai “temuti” migranti; aumentano gli anziani e la popolazione diminuisce, le condizioni perfette per la stagnazione economica. Insomma i cahiers de doléances  che potremmo riempire sui problemi della nostra città sono tanti, ma al netto del mugugno che ai genovesi è tanto caro, occorre rimboccarsi le maniche e agire. Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per rilanciare l’economia dopo la pandemia ce ne danno la possibilità. Ma se veramente si vuole dare una opportunità di crescita al nostro Paese e alla città, non basta spenderle, bisogna spenderle bene. Quanti posti di lavoro porteranno le opere finanziate? Quale la qualità dell’occupazione? Saranno create condizioni stabili di pari opportunità per le donne? Non si può pensare alle risorse del PNRR come ad un bonus utile oggi per oggi, ma devono essere uno scossone all’economia, all’occupazione che produca effetti a lungo termine anche su un nuovo modello sociale. Su PNRR e occupazione è in atto un confronto con il Comune di Genova che speriamo possa consegnarci delle certezze perché questo è il momento di programmare per definire l’idea di città che si vuole soprattutto oggi che il dramma della guerra torna a scuotere il mondo e a partire dal costo dell’energia, ancora non abbiamo avuto risposte utili dal governo, a complicare la vita delle persone. Il mondo del lavoro è pronto a fare la propria parte,  politica e istituzioni facciano la loro. Pace e lavoro per tutte e tutti!

Igor Magni

Segretario Generale Camera del Lavoro di Genova