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L’anno che verrà

Il nuovo anno che ci attende deve essere la svolta che da troppo tempo auspichiamo e cerchiamo.

Abbiamo vissuto momenti drammatici della storia della nostra città e del paese mettendoci

alla prova come comunità. Le tante fragilità locali e nazionali sono venute a galla.

La pandemia ha avuto gravi ricadute su tutti noi, certamente le tante vittime che abbiamo pianto,

il lavoro straordinario di tante e tanti che hanno permesso al Paese di restare in piedi, ma anche tante aziende in crisi.

Gli ammortizzatori sociali straordinari e il blocco dei licenziamenti, ottenuto dal sindacato confederale e unico caso in Europa, hanno evitato le possibili gravi ricadute in termini occupazionali che potevano travolgere il mondo del lavoro; la loro necessità ha

evidenziato, una volta di più, la fragilità del sistema produttivo del paese e la scarsa programmazione industriale, ma non solo, che in questi anni ha condizionato negativamente l’economia e il mercato del lavoro.

Il cambio di passo messo in campo dall’Unione Europea per fronteggiare l’emergenza Covid 19 è una novità che però deve essere confermata e consolidata per non tornare ad una UE dei conti, delle rigidità e delle burocrazie ma anzi deve sempre di più diventare il luogo dei diritti e della giustizia sociale. In una fase di crescita economica del paese crescono diseguaglianze e lavoro precarissimo legato prevalentemente alle stagionalità, come nel caso del turismo.

I tanti fondi messi a disposizione dell’Italia, devono consentirci quella prospettiva di sviluppo senza la quale il nostro Paese perderebbe un’occasione unica per avviare una fase nuova che ancora stentiamo a vedere per lavoratrici e lavoratori, ma soprattutto per le tante e i tanti che lavoro non ne hanno.

Questo 2022 deve mettere a terra progetti che producano buona occupazione a tempo pieno ed indeterminato.

Bisogna provare ad andare oltre i progetti che erano stati già precedentemente finanziati, per poi essere rifinanziati con i fondi europei del PNRR, intercettando i bandi che usciranno in questi mesi.

Il nuovo anno deve anche portare a soluzione le vertenze che da troppo tempo si trascinano senza vedere fine.

L’ex ILVA, oggi Acciaierie d’Italia, deve vedere il suo completo rilancio, si intervenga su Cornigliano, investendo su strutture e sicurezza e si rilanci l’attività mettendo fine al continuo senso di precarietà dei lavoratori.

Le aree ad essa collegate sono oggi uno spazio che in prospettiva, in base a quello che sarà il piano industriale, saranno utili all’acciaieria e, in ogni caso, è l’Accordo di programma che definisce chi decide, come e quale indirizzo va dato a eventuali altri insediamenti su quelle aree che sono preziosissime.

Si risolva finalmente la situazione di Piaggio Aero Industries e si consolidi la situazione di Leonardo automazione investendo e puntando sulle prospettive di sviluppo che in questo momento non mancano.

Si punti sull’alta tecnologia, la collina degli Erzelli, il suo parco tecnologico si sviluppi realmente

completando gli investimenti previsti, cercando nuove realtà pronte ad insediarsi, tenendo insieme lavoro, ricerca, università e formazione e offrendo anche garanzie all’indotto, ai servizi in difficoltà a partire dalla mensa, nessun posto di lavoro dovrà essere perso. Vanno completate le opere infrastrutturali materiali e immateriali.

Serve ripensare la città, ripartire da insediamenti industriali manifatturieri, da rinnovate reti di servizi, dalla sanità pubblica, da soluzioni per il grave problema abitativo a partire dalle opportunità offerte da Pinqua, il programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare attraverso il quale vengono messi a disposizione di Regioni, Comuni e Città Metropolitane fondi per riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale.

Bisogna allargare realmente la città alle sue periferie, oggi troppo spesso abbandonate, desertificate di servizi e con dati sull’aspettativa di vita, la scolarizzazione o le prospettive lavorative vergognosamente e profondamente differenti tra quartieri della stessa città dove anche la mobilità non offre le stesse opportunità.

L’augurio che faccio a noi tutti e tutte è che il 2022 possa allontanarci dall’incubo del covid: noi faremo la nostra parte per allontanarci da quello della disoccupazione, della precarietà, dei contratti pirata, delle disuguaglianze di genere, della strage infinita di morti sul lavoro vergogna nazionale. Speriamo che ognuno faccia altrettanto, a partire dalla politica e che il cambiamento non sia solo quello energetico o digitale ma anche e profondamente sociale che è la base del nostro vivere comune.

Infine un pensiero va alle 43 vittime del Ponte Morandi e alle loro famiglie: l’augurio è quello di arrivare rapidamente ad individuare i responsabili di chi ha causato questa tragedia, ottenendo finalmente la tanto attesa giustizia.

Igor Magni Segretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana di Genova