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La decisione di montare delle tende negli ex cantieri di Genova Voltri per ospitare 50 migranti in arrivo da Lampedusa è inopportuna nel metodo e nel merito. Ancora una volta si è di fronte a soluzioni estemporanee e irrispettose che non tengono in considerazione le reali necessità di chi scappa da guerre, fame e violenze e si prestano a non essere comprese dal territorio destinato ad ospitarle. Come più volte denunciato dal mondo dell’associazionismo e che accoglie gran parte dei disperati che arrivano nel nostro Paese, non si tratta di numeri ma di persone in carne ed ossa che troppo hanno sofferto e che meritano una accoglienza degna di questo nome.
Allestire una tendopoli per 50 migranti, sotto ai container impilati in terza fila a Voltri, significa voler evidenziare una situazione di emergenza, mentre un normale sistema di accoglienza in gran parte smantellato nel corso degli anni avrebbe trovato soluzioni naturali, non emergenziali, e rispettose della dignità di tutti. Oggi la vera emergenza è ricostruire la rete dell’accoglienza per garantire regole che evitino di spingere alla marginalità sociale questi esseri umani che a quel punto diventano facile preda di situazioni poco controllabili.