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Occupazione: Magni (Cgil) “Con il lavoro precario Genova sempre più piccola”

Sono state 116.202 le assunzioni che nel 2022 hanno riguardato l’area metropolitana genovese, più della metà delle
assunzioni complessive in Liguria (211.319). I dati Inps, elaborati dall’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria, fotografano la qualità del lavoro che purtroppo continua ad essere in netta prevalenza precario:
per l’86,4 si tratta di contratti precari nelle varie forme, stagionale, somministrato, a chiamata, ecc. e solo nel 13,6% dei casi le assunzioni sono con contratto a tempo indeterminato. Tra i contratti precari si
registra la netta prevalenza dei contratti a tempo determinato (48,7 per cento la percentuale più elevata della Liguria). “Il problema della precarietà del lavoro ha un duplice effetto negativo: pesa sulle spalle
di chi si trova in questa condizione e non incentiva a restare o a costruirsi una famiglia con il risultato che Genova è sempre più piccola e vecchia” così Igor Magni Segretario Generale Camera del Lavoro di
Genova a commento dei dati. Dal primo gennaio al 31 dicembre 2022 Genova perde altri 2.458 abitanti passando da 561.203 a 558.745 dell’anno precedente (Dati Istat). “Con il Comune di Genova stiamo provando ad affrontare alcune questioni come quella legata alla formazione – aggiunge Magni – all’interno del Tavolo del lavoro stiamo ragionando per affrontare le questioni legate alle richieste di lavoro da parte delle imprese e di quelle future
legate ai progetti del PNRR e alle transizioni digitali ed energetiche. Occorre mirare l’offerta formativa in modo adeguato allargando le fasce di età alle quali spesso sono destinate le offerte di lavoro,
migliorando la comunicazione, coinvolgendo i tanti giovani che oggi non studiano, non lavorano e non cercano una occupazione. Serve dare un ruolo centrale ai Centri per l’impiego che andrebbero potenziati e
finanziati adeguatamente da parte dello Stato”. Tornando ai dati, si registra un aumento delle trasformazioni a tempo indeterminato di contratti a termine o di apprendistato che aumentano del 39,6 per cento sul 2021 e dell’11,7% sul 2019. Per Marco De Silva responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria e curatore dei
dati “Quasi il 40 per cento di trasformazioni da contratti a tempo determinato a contratti stabili è un sicuro indicatore di una maggiore propensione delle imprese rispetto al passato, al consolidamento di
rapporti già in essere piuttosto che attivarne direttamente di nuovi ma stabili sin dall’origine”.