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Porto di Genova : maggiore attenzione e controllo su quanto succede a Genova su traffico armi

Le notizie di questi giorni sul coinvolgimento del Porto di Genova in presunti traffici illeciti di armi e il transito di materiale bellico destinato a scenari di guerra terribili come quello dello Yemen, impongono una presa di responsabilità da parte di tutti e soprattutto da parte del Governo italiano nei confronti della comunità internazionale. Lo scorso 25 gennaio eravamo in piazza, davanti alla Prefettura di Genova insieme a tante associazioni per la mobilitazione nazionale “Spegniamo la guerra, accendiamo la pace” e rispetto a quell’appuntamento non abbiamo cambiato idea ed essendo il nostro il porto più importante del paese ci aspettiamo un atteggiamento di maggiore attenzione e controllo su quanto succede a Genova da parte di politica e istituzioni.

Venerdì 14 febbraio dalle ore 10,30 alle ore 12,30 la Camera del lavoro di Genova, insieme a tante associazioni sono state  in presidio sotto la Prefettura contro le guerre e i traffici illeciti di armi destinate a guerre, come il conflitto in corso nello Yemen, che non rispettano i minimi diritti umani causando morte e distruzione tra le popolazioni.

Solo nello Yemen sono oltre 70 mila i civili morti, tra i quali donne, uomini e bambini e nel territorio vivono un’ emergenza umanitaria gravissima.

Genova è al centro dell’attenzione nazionale ed internazionale, con altri porti Europei, dopo le mobilitazioni contro il carico di materiale bellico destinato in quei territori e dopo il fermo del cargo “Bana” che avrebbe trasportato illecitamente mezzi blindati dalla Turchia al porto di Tripoli.

La nostra mobilitazione serve a chiedere l’impegno del Governo italiano, dopo la risoluzione approvata nel giugno scorso dal parlamento sulla sospensione di armi in Yemen, perché si adoperi nei confronti della comunità internazionale per un intervento che riporti la pace in quel territorio e ovunque ci siano quelle gravi violazioni dei diritti umani, attenzionando il nostro porto con i dovuti controlli, chiarendo se il transito nel territorio italiano di armi destinate a questi conflitti, anche se provenienti da altre nazioni, sia lecito e rispetti le nostre leggi nazionali, con particolare riferimento alla 185/90, a quelle internazionali e ai principi della nostra Costituzione. 

di seguito il testo del documento presentato in Prefettura:

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (…)

 L’articolo 11 della Costituzione Italiana è chiaro: spetta a politica e Governo dargli concretezza fermando il traffico di armi verso i Paesi in guerra che violano i diritti umani come sancito dalla Legge 185 del 1990.

Dopo il caso del cargo delle armi “Bana”, la nave battente bandiera Libanese che avrebbe trasportato mezzi blindati dalla Turchia al porto libico di Tripoli bloccato a Genova per accertamenti della Procura di Genova e le mobilitazioni dello scorso anno per evitare il carico di materiale bellico sulla nave Bahri Yanbu, il porto di Genova è all’attenzione nazionale e  internazionale per il transito di navi che portano armi provenienti prevalentemente dagli Stati Uniti, ma anche da alcune nazioni europee, e destinate a scenari di guerra come quello Yemenita, noto per i crimini di guerra commessi con ogni tipo di arma, comprese le bombe a grappolo e le mine antipersona, dove gli attacchi illegali contro centri abitati, scuole, ospedali, mercati e altri obiettivi civili sono all’ordine del giorno con conseguenze drammatiche.

Essendo il nostro Porto il più importante del Paese al Governo chiediamo:

–          un atteggiamento di maggior attenzione e controllo su quanto succede a Genova

–          di farsi promotore nel rispetto dei principi della Costituzione e dopo la risoluzione approvata dal nostro Parlamento sulla sospensione di fornitura di armi italiane in Yemen, di sollecitare la comunità Europea a condannare l’intenso commercio di armi che alcuni Stati membri intraprendono con vari paesi della regione;

–          la sospensione immediata del trasferimento di armi e del sostegno militare all’Arabia Saudita e ai suoi partner della coalizione nella guerra in Yemen nel rispetto della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio Europeo

–          chiarire se il transito nel territorio italiano di armi destinate a paesi coinvolti in questi conflitti, anche se provenienti da altre Nazioni sia lecito e rispettoso delle leggi italiane e della nostra Costituzione.

Camera del Lavoro Metropolitana di Genova

Comunità di San Benedetto al Porto

Anpi Genova

Arci Genova

Acli Liguria

Agesci Liguria

Udi Genova

Libera Genova e Liguria

MusicForPeace

Auser

Cif Liguria

Amnesty International