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Venerdì scorso Genova è stata attraversata dal corteo organizzato dalla Cgil per lo sciopero generale nazionale contro la manovra economica del Governo. Come sempre la nostra città ha partecipato in modo straordinario alla manifestazione che è terminata sotto la Prefettura dove tra gli interventi, c’è stato anche quello del referente della redazione genovese di Repubblica. Per il suo tramite sono stati esposti i temi di una pesantissima vertenza che vede la proprietà intenzionata a cedere le proprie attività editoriali con il rischio di gravi ripercussioni su occupazione e libertà di stampa. Proprio il tema del lavoro è costantemente al centro dell’attività sindacale di questa città. Le giornate che ci hanno accompagnato allo sciopero sono state difficili: giorni di blocchi e cortei dei lavoratori ex Ilva che anche grazie al sostegno della città sono riusciti a scongiurare la chiusura immediata del sito di Cornigliano, ma con domande che restano ancora tutte aperte. La crisi generale dell’ex ILVA, inclusa Cornigliano, si colloca in un quadro nazionale di forte ridimensionamento della siderurgia italiana, con il rischio concreto di una drastica riduzione dell’attività degli impianti e migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Il futuro dipende dalle scelte del governo e da politiche industriali che mettano in sicurezza l’industria. In questi giorni lo stabilimento di Genova è diventato il simbolo della mobilitazione, non solo dei siderurgici, ma di una classe operaia che non si arrende.
È in questo quadro di estrema incertezza, di rinnovi contrattuali inesistenti, di mancanza di prospettive per i giovani, che la Cgil ha deciso di proclamare lo sciopero generale.
La Cgil giudica la manovra economica del governo Meloni iniqua e insufficiente mentre per il sindacato le richieste sono chiare: aumentare salari e pensioni, rinnovare i contratti scaduti, fermare l’innalzamento dell’età pensionabile, dire no al riarmo e investire su sanità e istruzione, contrastare la precarietà, vere politiche industriali e del terziario, una riforma fiscale equa e progressiva. E poi c’è il delicato tema della sanità sulla quale, afferma la Presidente Meloni, non ci sono mai state così tante risorse; in realtà nel 2028 arriveremo al 5,9% del pil scendendo sotto la soglia del 6, ma già oggi siamo tra i più bassi livelli di finanziamento degli ultimi decenni. Sul tema sanità la Cgil propone un pacchetto di misure redistributive e impegnerà il sindacato in una raccolta firme per presentare una legge di iniziativa popolare che rafforzi il servizio pubblico e garantisca il diritto alla salute. In Liguria, sul tema sanità, c’è una ulteriore criticità: dal primo gennaio entrerà in vigore l’annunciata riforma sanitaria voluta dal governo regionale e che non potrà non avere pesanti conseguenze su operatori e utenti. Per la Cgil la riforma non risolverà il bisogno di salute dei liguri e non risolverà i problemi del comparto a partire dall’annosa questione delle liste d’attesa, il caos quotidiano dei pronto soccorso, la cronica carenza di personale. Anche per questi motivi venerdì scorso si è scioperato. La manifestazione regionale che si è svolta a Genova ha visto confluire nel corteo le delegazioni provenienti da tutte le province liguri ed è stata conclusa dal segretario nazionale Cgil Pino Gesmundo per il quale lo sciopero generale è l’inizio di una lunga mobilitazione.

Igor Magni Segretario Generale Camera del Lavoro di Genova