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Il sindaco di Genova ha dichiarato di essere disponibile ad accogliere persone soccorse dalle ONG nel mediterraneo se queste fossero dirottate nel porto ligure. Marco Bucci non vuole entrare nella polemica sulle ulteriori giornate di sofferenze e disagi a cui sarebbero sottoposti uomini, donne e bambini che fuggono dalla guerra, dalla miseria, dal fanatismo religioso o da regimi brutali. Per non parlare del fatto che in questo modo le navi delle ONG per diversi giorni non potrebbero svolgere il loro ruolo di salvataggio nel mediterraneo.

Il sindaco sostiene che non sono decisioni di sua competenza ma del Governo e, in particolare del Ministero dell’Interno. Si dichiara però disponibile all’accoglienza, chiede che vengano fornite alla città risorse e strumenti adeguati per fronteggiare la fase di accoglienza, garantendo ai migranti una corretta ospitalità senza creare disagi alla città. Aggiunge che non si tratta solo di dare da mangiare e da dormire, ma bisogna garantire corsi, accoglienza, formazione, educatori per evitare poi disagi o che queste persone non si integrino nella città che li ospita.

Concordiamo; sottolineiamo che Genova è capitale del calo demografico e che i pensionati sono arrivati a superare gli occupati di ben 38 mila unità. In una Italia a cui servirebbe un saldo migratorio positivo annuo di almeno 200-250 mila unità per compensare il saldo nati-morti già oltre i 300 mila. Quindi aggiungiamo che questi giovani potrebbero rappresentare una preziosa risorsa per la città.

Prendiamo atto della disponibilità del sindaco, purché alle affermazioni seguano i fatti. L’accoglienza di questi eventuali profughi dovrebbe essere preparata, impostata affrontata prima che si verifichi. Al momento sono state analizzate diverse soluzioni nel caso arrivassero dei migranti anche a Genova: ma non chiamiamola “accoglienza”. Si
tratterebbe solo di trovare uno spazio per farli sbarcare!

Non possiamo dimenticare i minorenni stranieri accompagnati nel dicembre scorso dagli agenti di polizia di Stato agli uffici di via Mascherona e respinti per mancanza di soluzioni anche temporanee (una notte). Ragazzi abbandonati a se stessi in una città che non conoscono, dove si parla una lingua a loro sconosciuta, senza alcun punto di riferimento. Si è arrivati alla situazione paradossale per cui alcuni di questi minorenni si sono ripresentati davanti al cancello della Questura per chiedere un panino, una coperta, non diciamo un letto ma almeno un luogo riparato dal freddo dove poter dormire. Sono stati gli agenti, come denunciato dal sindacato degli appartenenti alla polizia, a dover affrontare, sbalorditi, questa situazione che definire assurda ci sembra limitativo. Non vorremmo inoltre che noti diffusori del virus della xenofobia e del razzismo trovassero spazi come successo a Multedo.

Affrontando per tempo la situazione, Camera del Lavoro di Genova e GenovaSolidale sono disponibili a dare il loro contributo, fermo restando il più che necessario coinvolgimento del terzo settore.

Igor Magni
Segretario Generale Camera del Lavoro di Genova

Bruno Manganaro
Coordinatore politiche industriali Camera del Lavoro Genova

Domenico Saguato
GenovaSolidale