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Sono passati 2 anni dalla raccolta di firme che abbiamo proposto ai precari e dalla
prima assemblea organizzata con all’ordine del giorno la questione politiche attive.
SLC CGIL in completa solitudine e con tanta buona volontà e tante speranze ha
deciso così di impegnarsi in questa battaglia, perché un sindacato questo deve fare.
Abbiamo organizzato diversi presidi davanti alla sede centrale di Poste, in prefettura
e chiesto un incontro in consiglio regionale in modo da attivare e spingere azienda,
mondo politico e governo, abbiamo contattato stampa e TV per sensibilizzare
l’opinione pubblica. Nel frattempo in tutta Italia sono nate e si sono diffuse iniziative
analoghe organizzate dalle strutture SLC CGIL.
Finalmente in sede di rinnovo contrattuale l’azienda verbalizzava la disponibilità ad
un confronto sul tema e, dopo lunghe e faticose trattative, si è giunti all’accordo del
13 giugno 2018 che sanciva dopo 20 anni circa nuove assunzioni in Poste Italiane.
A gennaio 2019 si è conclusa nella nostra regione la prima tranche di assunzioni,
quella regolata dal diritto di precedenza comunemente chiamata fase A.
Nei prossimi mesi inizierà, come da accordi, la fase B.
Ma il nostro lavoro non è certo finito.
Al momento il percorso condiviso tra sindacati e azienda procede come concordato.
A nostro avviso sembra, però, impensabile non tenere conto dei decreti di governo
nel frattempo varati e dell’enorme impatto che hanno in concreto nell’iter di
assunzioni a tempo indeterminato così come definito dall’accordo del 13 giugno
2018.
La procedura di assunzioni e soprattutto i suoi requisiti sono frutto di un accordo
stipulato prima prima dei provvedimenti di governo e di conseguenza non al passo
con i cambiamenti nel frattempo intervenuti. È chiaro che una sua evoluzione è
necessaria per andare incontro ad un panorama mutato.
Le cose non sono però così semplici:
– Da un lato perché una sua modifica, anche essendo tutti d’accordo, è tutt’altro che
scontata e , dall’altro perché il decreto dignità ha di fatto frammentato le posizioni dei
CTD.
Prima della sua entrata in vigore il quadro generale era piuttosto lineare: salvo
qualche eccezione
si potevano maturare 30 mesi di anzianità lavorativa.
Oggi ci ritroviamo in una situazione decisamente più complessa:
– Alcuni sono arrivati a 30 mesi;
– Altri si sono potuti avvalere della fortunata combinazione proroga e regime
transitorio del decreto dignità, maturando così mesi preziosi.
– Altri ancora “ vittime” dell’obbligo di inserimento di causali e, di un’azienda
spaventata dalla possibilità anche solo ipotetica di ricorsi, non arriverà neppure a 12
mesi.
– Un gran numero di CTD che si trova nel mezzo tra i 12 mesi e poco più di 20.
A ciò si aggiunge l’esigenza di avere risposte chiare.
Si pensi solo alla spinosa questione del diritto di precedenza riguardante la fase A …
si sarebbero evitate tante ansie e dibattiti se l’azienda avesse chiarito le cose
attraverso un comunicato.
Il nostro obiettivo è ottenere risposte alle nostre domande ed evitare la troppa
confusione che si può generare.

Area Servizi Postali Slc Cgil Genova

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