Orazione per Cleto Piano*
14 gennaio 2022
Siamo qui in tanti, commossi e addolorati, a rendere un ultimo saluto ad un compagno straordinario, un uomo buono e gentile.
La prematura ed inaspettata scomparsa del compagno Cleto è per tutti noi davvero un duro colpo, un dolore profondo che apre un grande vuoto nel sindacato, nell’Anpi, nel mondo dell’associazionismo, non solo della Valpolcevera, la commozione appena si è diffusa la triste notizia, ha investito ogni angolo della nostra città.
Il compagno Cleto è stata una persona molto amata, e per questo il suo ricordo sarà sempre vivo in quanti lo hanno conosciuto, anziani e giovani.
E’ stato apprezzato e stimato per la sua storia esemplare, di un uomo che ha speso la sua vita al servizio dei lavoratori e dei pensionati, delle persone più bisognose, dei più deboli.
Ha sempre creduto fortemente e ha lottato per affermare i valori alti della democrazia, libertà e dell’emancipazione del lavoro, dell’antifascismo della coesione sociale e della comunità.
Il compagno Cleto è stato tante cose, ha fatto tante esperienze importanti e ovunque ha lasciato il segno del suo impegno, ovunque è stato riconosciuto, stimato e rispettato. Il suo impegno sindacale, politico e civile non ha avuto soste o discontinuità, per questo è stato un uomo eccezionale, si potrebbe definire un militante “a tempo pieno della democrazia”.
Il compagno Cleto è stato un operaio specializzato dell’Enel orgoglioso della sua professionalità che esercitava con scrupolo e responsabilità. Negli anni ‘70 era già un componente della Segreteria della Fidae, l’allora federazione degli elettrici della Cgil.
In quegli anni fu protagonista, insieme agli altri componenti della segreteria, della contrattazione con Enel per i rinnovi contrattuali che si sono succeduti in quel periodo.
Uno dei protagonisti della vertenza della conquista dell’inquadramento unico e del riconoscimento più equo della professionalità dei lavoratori elettrici.
Così come fu uno degli animatori della vertenza per il riconoscimento della “polivalenza e multifunzione” all’interno delle squadre che operavano sul territorio.
E’ stato sempre presente e attivo anche nel consiglio dei delegati, dentro all’organismo aveva la responsabilità dei territori esterni a Genova, da Arenzano passando nell’entroterra fino a Recco.
E’ stato un punto di riferimento importante per i lavoratori dell’Enel e da loro riconosciuto come il compagno Cleto sempre disponibile e pronto ad aiutare chi aveva bisogno.
Lui non aveva abbandonato i colleghi dell’Enel nemmeno da pensionato, nel 2016, si era reso disponibile ad assistere gli ex compagni di lavoro in una procedura di transazione per il riconoscimento di accordi ancora esigibili. Il compagno Cleto è stato militante del PCI, il Partito era il suo grande amore.
E’ stato un militante sempre attivo, rigoroso, anche qui di esempio per gli altri e soprattutto per i giovani a cui insegnava a fare politica.
Non ha voluto mai ricoprire incarichi dirigenziali, aveva un carattere schivo e non gli piaceva mettersi in mostra. Parlava soprattutto con i fatti, con il lavoro e l’esempio.
E’ stato un grande diffusore dell’Unità, il giornale del PCI, ed era nel gruppo degli elettricisti che metteva su gli impianti elettrici per far svolgere la festa dell’unità.
Il compagno Cleto ha sofferto molto, come tanti di noi, per lo scioglimento del PCI e quando si parlava di politica era evidente in lui lo sconforto per l’assenza, nel panorama politico di oggi, di un partito di massa ancorato ai valori del lavoro.
Era rammaricato per la scarsa e sfilacciata presenza della politica nel territorio e di conseguenza dell’abbandono stesso delle periferie.
Soffriva la continua diaspora della sinistra, era deluso dell’attuale modo di fare politica, l’anteporre gli interessi di gruppo agli interessi generali. Le corse all’autocandidature.
Comunque la sua delusione per la politica non ha mai fiaccato la voglia di fare, di costruire, di essere al servizio delle persone.
Il luogo del suo agire è stato il territorio perché aveva capito che è lì che si addensa una forte domanda sociale, si toccano con mano i tanti disagi delle persone più fragili, si esprimono vecchi e i nuovi bisogni, e che in questo contesto è necessario tenere insieme le persone e tenere coeso il senso di comunità.
Il compagno Cleto era figlio di questa vallata, si è identificato completamente in questo territorio fino a diventare un punto di riferimento a tutto tondo, un vero leader di fatto.
Non si può non ricordare la grande lotta da lui condotta, da vero combattente per non far chiudere l’ospedale Gallino che è stata anche una battaglia per la difesa del territorio.
Si è battuto, insieme al sindacato dei pensionati, per la casa della Salute della Valpolcevera, convinto che la sanità territoriale deve essere difesa, rafforzata e che bisogna ripensare profondamente l’attuale modello sanitario.
E’ grazie a compagni come lui che oggi, sul tema della sanità, si parla un linguaggio nuovo, e ci sono risorse importanti che devono essere utilizzate per rafforzare la medicina territoriale e domiciliare.
Il compagno Cleto ha rappresentato la punta di diamante di tutto l’associazionismo di tutta la vallata, come altri con lui, penso ad esempio al compagno Tassistro, costruttore di tante iniziative senza mai risparmiarsi. Ha fatto il milite della Croce di PonteX è stato l’animatore della Casa della resistenza di Bolzaneto, un punto di riferimento per l’Anpi della Valpolcevera.
Di questo parlerà sicuramente Massimo Bisca.
Io voglio sottolineare il rapporto che lui aveva costruito con tutte le scuole del territorio, le tante iniziative in cui affrontava con gli studenti i temi della Resistenza, della Costituzione, ha organizzato tanti viaggi con i ragazzi e le ragazze delle scuole nei luoghi simbolo della resistenza e della Lotta per la Liberazione: la Benedicta, Sant’Anna di Stazzema, ha portato nelle scuole la testimonianza dei vecchi partigiani.
Teneva molto al rapporto con le nuove generazioni, per far crescere in loro il seme dei valori fondanti della Costituzione, era convinto che l’esercizio della memoria è fondamentale perché non è solo semplice testimonianza, non è un semplice rispolverare episodi e pagine di storia tanto per ricordare, ma invece la memoria è materia viva, attuale, con cui si possono plasmare le coscienze per costruire progetti nuovi di società più giuste e senza diseguaglianze.
Importante è stato il suo apporto, il suo contributo nel sindacato dei pensionati, ha operato nella sede dello Spi di PonteX di cui rappresentava il perno, non ha mai voluto incarichi ha portato avanti il suo impegno da semplice volontario, ma è sempre stato presente e ha svolto una grande attività esercitando di fatto un ruolo di direzione della sede. Tutti i giorni c’era una processione di persone che cercavano Cleto e lui aveva una risposta per tutti, perché era preparato, studiava e si documentava.
Non sopportava il fatto che per qualunque ragione non si potesse dare una risposta alle persone che si rivolgevano allo Spi.
A chiunque chiedesse aiuto bisognava darlo.
Noi ci stringiamo, ed abbracciamo fortemente la sua amata famiglia, la loro perdita è grande e inconsolabile, rimane il conforto di avere avuto un marito, un padre, un uomo di grande umanità che vivrà nei cuori delle tante persone che gli hanno voluto bene.
Ciao Cleto i tanti semi che hai sparso durante la tua vita sicuramente germoglieranno e daranno buoni frutti.
Antonio Perziano
Segretario Generale
Sindacato Pensionati Italiani Cgil Genova
* il testo pubblicato è una traccia