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Partono i mini-tagli delle pensioni. Cgil denuncia: “Conguaglio rinviato a dopo le Europee, imbroglio elettorale”

I pensionati dovranno restituire la parte in eccesso ricevuta per l’entrata in vigore ritardata della manovra. Pedretti (Spi Cgil): “Altro che cambiamento”.

C’è ben poco “cambiamento” nel metodo scelto dal Governo per mettere ancora una volta le mani nelle tasche di circa cinque milioni di pensionati. Per effetto del ricalcolo delle rivalutazioni degli assegni previsto dalla legge di Stabilità approvata a ritmi frenetici a fine anno, poco meno di cento milioni di euro stanno per tornare nelle casse dello Stato secondo i numeri della Cgil. Ma i pensionati possono stare tranquilli fino alle elezioni europee. Perché fino ad allora non dovranno fare i conti con il “conguaglio”.

La manovra, com’è noto, è intervenuta sulla rivalutazione del trattamento pensionistico per chi riceve un assegno superiore a 1.539 euro. Il ricalcolo ha sostituito la rivalutazione più generosa della pensione in base alle precedenti norme. Tuttavia, complice anche la fretta che si è imposta nell’approvazione della manovra per il prolungato scontro con la Commissione Europea, l’Inps non ha avuto il tempo materiale per ricalibrare i trattamenti in base ai nuovi criteri a partire dal 1° gennaio 2019. L’istituto previdenziale aveva già “elaborato a novembre 2018 gli importi di pensione rivalutati in applicazione della legislazione a quel momento vigente”, ha comunicato l’Inps a dicembre.

Per questo motivo per i primi tre mesi dell’anno cinque milioni di pensionati si sono visti accreditare un importo comprensivo della rivalutazione piena o quasi. Ora, però, l’Inps è pronta: a partire da aprile verrà riconosciuto a tutti l’importo più basso, ai sensi della nuova normativa. Un primo scostamento da circa 30 milioni complessivi, che può oscillare da pochi euro a diverse decine a testa in base alla fascia pensionistica.

Restano però le risorse “non dovute” erogate nei primi tre mesi dell’anno per la (giustificata) impreparazione dell’Inps che ha applicato i criteri previsti dalla legge in vigore, la 448/1998: si tratta di poco meno di 100 milioni di euro che il Governo, nella sua affannata ricerca di risorse nella trattativa con Bruxelles, aveva messo nel calderone delle coperture per le misure di spesa previste dalla legge di Bilancio. Un “conguaglio”, appunto, che lo Stato chiederà ai pensionati, già colpiti in passato da tagli, di restituire. Ma la decurtazione dell’assegno, ha appreso Spi Cgil, non avverrà certamente prima del mese di giugno. “Giusto il tempo per scavallare la data delle elezioni europee”, denuncia il sindacato.

“Siamo di fronte a un piccolo imbroglio. Quello del governo è un giochino elettorale, perché evita di far arrabbiare i pensionati togliendogli via un po’ di soldi dalla pensione”, dice all’HuffPost Ivan Pedretti, segretario Spi Cgil. “È inaudito che il Governo recuperi soldi dai pensionati che hanno avuto il giusto adeguamento in base alla legge vigente, dopo aver già pagato in passato. Invece di nascondere tutto e rinviare il prelievo del conguaglio a dopo le elezioni, sarebbe meglio dire subito come stanno le cose esattamente. E lasciare quei soldi ai pensionati, già duramente colpiti durante la crisi”.

(articolo di Claudio Paunice Huffpost 13 marzo 2019)