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Il piano nazionale di ripresa e resilienza avrebbe dovuto essere un’occasione imperdibile per rilanciare non soltanto l’economia nazionale, ma per dare corpo a una nuova idea di sistema Paese che ricomponesse i divari territoriali e restituisse ai diritti dei cittadini e ai loro bisogni un ruolo centrale nella definizione delle politiche pubbliche salvaguardando il sistema universale pubblico. L’impostazione data dal governo Meloni, rintracciabile sia nella nuova governance che nelle proposte di modifica del piano, mette invece in seria discussione la possibilità di coglierne le opportunità.
Nasce da questa riflessione l’iniziativa promossa oggi dall’Alta scuola di formazione “Luciano Lama” dello Spi Cgil nazionale che ha raccolto i contributi di Gianfranco Viesti, dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, e di Nerina Dirindin, dell’Università degli Studi di Torino, chiamati a confrontarsi con Emmanuele Pavolini, Direttore dell’Alta Scuola, Stefano Cecconi e Tania Scacchetti, della segreteria nazionale dello Spi Cgil, Daniela Barbaresi, della segreteria confederale del sindacato di Corso d’Italia.
Nel suo intervento conclusivo il segretario generale del sindacato dei pensionati Ivan Pedretti ha sottolineato: “Il nostro Paese ha bisogno di investimenti: interventi che possano mettere lo Stato nelle condizioni di rispondere alle necessità dei cittadini. Servono più welfare, più infrastrutture, più sanità. Il governo, invece, dirotta risorse dal pubblico al privato con gravissime conseguenze per quanto riguarda il diritto alla salute dei cittadini. Lo dimostra la legge di bilancio e lo prova anche la gestione delle risorse del Pnrr”. Pedretti ha poi aggiunto: “Dobbiamo contrastare questa tendenza che fa avanzare l’interesse privato e lobbistico a discapito di quello generale e che attribuisce maggior valore al profitto economico e alle privatizzazioni che a diritti fondamentali dei cittadini come quello alla salute. Le nostre mobilitazioni, le lotte e gli scioperi che verranno hanno anche questo obiettivo.”

La Scuola di Alta formazione Luciano Lama nasce su iniziativa dello Spi Cgil nazionale ed ha compiti di approfondimento e di ricerca. È presieduta da Fulvio Fammoni.