1

Il Lavoro Somministrato: fatti e cifre della Liguria

In Liguria nel 1° semestre 2022 sono state 118.800 le attivazioni di contratti di lavoro dipendente nel settore privato monitorate dall’INPS attraverso l’osservatorio sul precariato dal quale ho estratto ed elaborato tutti i dati che sto per illustrarvi.

Le assunzioni sono in forte aumento (+26,8%) sul 1° semestre 2021 e, seppure in misura minore (+3,4%), anche sul 1° semestre 2019 ormai utilizzato per convenzione come l’anno di riferimento “pre-pandemia”.

Di queste 118.800 assunzioni il 12,3% sono a tempo indeterminato, il 41,2% sono a termine, il 5,1% in apprendistato, il 17,7% sono contratti stagionali, il 14,1% sono contratti intermittenti (a chiamata) ed il 9,5% sono contratti di somministrazione di lavoro.

Il 9,5% vuol dire 11.307 attivazioni di contratto somministrato, che sono in aumento +11,3% sul 2021 e +2,1% anche sul 2019 “pre-pandemico”. Ricordo che il livello più alto delle assunzioni in somministrazione risale al 1° semestre 2018 quando furono 16.475 (+4.868 sul 2022 pari al +30%)

L’analisi logica di queste assunzioni parte con la ripartizione per genere: il 54,5% delle assunzioni è per maschi (quindi il 45,5% femmine) ma la loro incidenza è in calo, mentre quella delle femmine è in crescita dal 2019 quando era al 41,1%.

La presenza del part-time incide per il 48,1% delle assunzioni ma come sempre accade quando si parla di tempo parziale anche qui abbiamo una percentuale per le femmine del 65,9% più che doppia rispetto a quella dei maschi (31,8%). Anche a livello territoriale abbiamo il ponente ove la presenza di part-time è maggioritaria rispetto al tempo pieno (IM e SV sono al 55%) mentre nel centro-levante l’incidenza è meno marcata (GE al 48% e SP 41,1%).

Dove si assume di più con il contratto di somministrazione? Ovviamente a Genova; il 64% è concentrato nel capoluogo ligure che ha anche la maggiore incidenza in percentuale sul totale delle assunzioni in provincia con 11,6% (ricordo che la media ligure è del 9,5%); segue Savona che rappresenta il 16,6% delle assunzioni (8% sul totale delle assunzioni territoriali), La Spezia vale 11,2% (6,8% l’incidenza territoriale) ed infine Imperia che rappresenta solo 8,2% delle attivazioni regionali di contratti somministrati (e nella provincia rappresentano solo il 6,5% di tutte le assunzioni).

Rispetto al 1° semestre 2019 è significativo osservare come l’incremento in percentuale maggiore lo riscontriamo alla Spezia con +17,4% seguita da Genova con +6,5%; in calo rispetto al 2019 troviamo invece il ponente ligure con Savona -12,3% ed Imperia -12,4%.

 

Assunzioni per classe di età: il 35,2% degli assunti in somministrazione aveva fino a 29 anni (la media regionale di tutte le assunzioni è del 37,8%), il 46,7% aveva tra i 30 ed i 50 anni (42,7%) ed il restante 18,1% oltre 50 anni (19,5%); la provincia con l’incidenza maggiore nella classe più giovane fino ai 29 anni è SV con il 37,1% quella più bassa è SP con 30,6%.

La tipologia delle assunzioni in somministrazione: delle 11.307 attivazioni di contratto nel 1° semestre 2022 quelle a tempo determinato sono state 10.844 (96,1%) mentre quelle a tempo indeterminato solo 443 (3,9%).

Rispetto al 2021 le assunzioni somministrate a termine segnano +8,7% (+2,4% anche sul 2019) mentre quelle a tempo indeterminato sono più che raddoppiate (+116%) rispetto all’anno scorso ma sul 2019 sono ancora sotto del 2,8%.

La nazionalità: la prevalenza degli italiani/e è sempre netta ma sta calando; infatti nel 2022 su 11.307 assunzioni 8185 sono state per italiani e 3122 per stranieri con un rapporto 72,4 vs 27,6% (cioè più di un’assunzione su 4 è per stranieri). Nel 2021 il rapporto era 74 vs 26% e nel 2019 79,3 vs 20,7%. Un lento ma continuo calo nell’incidenza percentuale degli italiani nel totale delle attivazioni di contratto.

Le assunzioni a tempo indeterminato riguardano per il 69.3% gli italiani e per il 30,7% gli stranieri (erano all’81,5% per i primi e al 18,5% per i secondi l’anno scorso).

Le assunzioni per classe di età e nazionalità ci dicono che gli italiani sono percentualmente di più nelle classi più giovani e più anziane (35,5% e 20,1%) mentre gli stranieri sono più concentrati nella fascia centrale tra i 30>50 anni ove troviamo più della metà delle assunzioni (52,6%).

Le cessazioni di contratto: nel 1° semestre 2022 sono state in totale 83.383 in aumento del 38,4% sul 2021 e dell’1,4% sul 2019; i contratti cessati nella somministrazione sono stati 10.400 e rappresentano quindi il 12,5% del totale generale.

Rispetto al 2021 le cessazioni aumentano del 20,6% e del +2,9% sul 2019; per tipologia osserviamo però che le cessazioni a tempo indeterminato sono state 371 (schizzate del +114% sul 2021 e del +264% sul 2019), quelle a tempo determinato 10.029 (+18,7% sul 2021 e +0,3% sul 2019).

Quindi cessazioni in aumento soprattutto nella somministrazione a tempo indeterminato; nelle causali di cessazione scopriamo che delle 10.400 cessazioni ne abbiamo 90 per licenziamento di natura economica (0,9% del totale), 73 per licenziamento disciplinare (0,.7%), 1.063 per dimissioni (10,2%) e 8.911 per fine-contratto (85,7%) e 242 per altri motivi.

Le cessazioni riguardano nel 2022 per il 72,9% italiani e per il 27,1% stranieri; queste percentuali sono in diminuzione per gli italiani (erano all’80,4% nel 2019) ed in notevole aumento per gli stranieri (erano al 19,6% nel 2019).

Per tipologia e nazionalità: i licenziamenti economici investono per il 73,3% gli italiani ed il 26,7% gli stranieri (nel 2019 il rapporto era 90,8 vs 9,2%), i licenziamenti disciplinari per il 64,4% gli italiani ed il 35,6% gli stranieri (2019: 60 vs 40%), le dimissioni per il 77,7% italiani e 22,3% stranieri (2019: 79,9 vs 20,1%), la fine-contratto per il 73% italiani ed il 27% stranieri (2019: 80,5 vs 19,5%).

Le dimissioni nella somministrazione nel 2022 sono aumentate del 30% sull’anno precedente e segnano +2,9% anche sul 2019 (in totale cessazioni crescono sul 2021 del 36% e sul 2019 del 30,7%); in provincia di GE abbiamo il 61,8% delle dimissioni nei contratti di somministrazione di tutta la Liguria.

Manca ancora per avere infine il quadro completo della situazione e verificare se e quanto è rimasto del flusso delle entrate attraverso della somministrazione di lavoro in Liguria, il dettaglio delle variazioni di contratto e cioè delle trasformazioni di contratti non stabili in rapporti a tempo indeterminato e/o di apprendistato.

Parliamo in totale in Liguria tra tutte le molteplici tipologie di assunzione di 10.720 contratti trasformati in rapporti stabili o standard che dir si voglia di cui 142 trasformati da somministrazione ed 11 di apprendisti trasformati da somministrazione. Come si vede l’incidenza della somministrazione sul totale è piuttosto modesta (solo 1,4%) ma c’è un aumento sostanziale rispetto sia al 2021 (+82%) sia al 2019 (+183%).

Ora possiamo tirare le somme: il saldo occupazionale nel 1° semestre 2022 per la somministrazione è positivo per 1.060 contratti (assunzioni + trasformazioni – cessazioni) contro i 1.620 del 2021 (-34,6%) ed i 1.022 del 2019 (+3,7%).

Ultima osservazione: tutte le assunzioni hanno per datore di lavoro agenzie/imprese con una media sempre superiore alle 100 unità; manca purtroppo un dettaglio sull’utilizzatore effettivo delle prestazioni lavorative e non dell’intermediario del contratto, dettaglio prezioso e ad oggi mancante che potrebbe dare ulteriore luce su un aspetto del mercato del lavoro ligure (ma non solo) troppo spesso bollato come il male assoluto o poco meno, ma che come abbiamo visto può offrire un canale di accesso e perché no? Anche discrete chances di re-ingresso.

Infatti quasi 1 assunzione su 10 è proprio nella somministrazione di lavoro, a patto che non diventi questa una delle forme di condizione di stabilità nella precarietà. Cosa che in Liguria accadde sempre troppo spesso.