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“Adesso basta stragi di donne!”. L’appello contro la violenza sulle donne letto dal palco della manifestazione

Il testo dell’appello contro la violenza sulle donne letto dai palchi delle manifestazioni nell’ambito dello sciopero regionale del 24 novembre 2023:

Da questo palco, le donne e gli uomini di CGIL e UIL vogliono ribadire con convinzione che le politiche di questo Paese devono cambiare anche per mettere fine alla continua strage di donne, vittime di femminicidio, e per contrastare tutte le forme di molestie
e violenze di genere.

Nel nostro Paese, infatti, è ancora drammaticamente viva la cultura che ha dato origine allo ius corrigendi, al delitto d’onore e al matrimonio riparatore: una cultura che considera le donne una proprietà di cui disporre a proprio piacimento.

Cambiarla è possibile e assolutamente necessario se non vogliamo continuare a piangere le tante Giulia, uccise per mano di chi diceva di amarle. Una ogni tre giorni.
Da tempo unitariamente chiediamo al Governo un approccio integrato e sistemico, in particolare:
• di inserire l’educazione all’affettività, al rispetto e alle differenze a partire dalla scuola dell’infanzia e per tutto il percorso scolastico, introducendo il tema della parità, del
contrasto alle violenze di genere e all’odio omotransfobico. È, infatti, fondamentale contrastare la cultura del possesso con appositi momenti di formazione/discussione nei percorsi curriculari degli studenti;
• di prevedere percorsi formativi rivolti a tutti gli operatori che, a vario titolo, si occupano di prevenzione e contrasto alla violenza di genere;
• di prevedere formazione specifica per i magistrati per tutto ciò che riguarda la violenza sulle donne;• di inserire il contrasto alle violenze e alle molestie sulle donne tra gli argomenti della formazione obbligatoria su salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori;
• di introdurre incentivi specifici per la stabilizzazione lavorativa delle donne vittime di violenza;
• di rendere strutturale il reddito di libertà;
• di finanziare adeguatamente i centri antiviolenza e aumentare la disponibilità di posti in casa rifugio
• di completare il Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 21/23 con il piano operativo che deve dettagliare ruoli, responsabilità, tempistiche e risorse
finanziarie. La stabilità e la qualità del lavoro sono essenziali per permettere alle donne di emanciparsi da una relazione violenta. Invece l’Italia continua a collocarsi agli ultimi posti di tutte le classifiche internazionali che misurano la partecipazione delle donne alla vita economica dei Paesi, relegandole peraltro a lavori precari, a bassa qualificazione e
al part-time “involontario”. Servono, per questa ragione, investimenti strutturali per contrastare il divario occupazionale e salariale tra donne e uomini. Senza lavoro e salari adeguati le donne non saranno mai libere.

CGIL e UIL chiedono inoltre
• di mettere fine all’attacco, anche istituzionale, alla libera scelta e all’autodeterminazione delle donne. Va tutelato il diritto delle donne a scegliere di interrompere una maternità
non desiderata. A scegliere sul proprio corpo;
• di mettere fine alla cultura della colpevolizzazione che giudica le donne, trasformandole da vittime a colpevoli della stessa violenza subita. Ricordiamo sempre che le parole hanno un senso. Per ottenere questi risultati continueremo a mobilitarci, a partire dalle numerose iniziative territoriali previste in occasione del 25 novembre, giornata internazionale per
l’eliminazione della violenza contro le donne, camminando fianco a fianco con tutte le donne e gli uomini delle nostre Organizzazioni Sindacali. Per costruire insieme un Paese libero dalla violenza e da tutte le discriminazioni di genere.